Papa Francesco parla di una “terza guerra mondiale a pezzi”. Loro si ostinano a disseminare la “Luce della Pace”. Una Luce che arriva niente meno che da Betlemme. “Loro” sono gli scout altoatesini di lingua tedesca e italiana, con i giovani esploratori d’oltre Brennero. Proprio al confine italo-austriaco la Luce sarà accolta nel pomeriggio del 23 dicembre, per poi essere distribuita nei principali centri della diocesi di Bolzano-Bressanone.
L’idea della Luce di Betlemme è nata in Austria nel 1986, nell’ambito dell’iniziativa “Luce nel buio”, promossa dalla televisione pubblica ORF. La Luce viene proprio da Betlemme, dalla fiamma che arde nella grotta della Natività. Ogni anno, alcuni giorni prima di Natale, un bambino accende una lanterna che viene poi trasportata in aereo in Austria. Da lì la fiammella è condivisa in tutta Europa e oltre, grazie all’opera dei gruppi scout e di altre associazioni. In Alto Adige la Luce è arrivata la prima volta nel 1992 e da allora l’iniziativa si è diffusa in varie altre regioni del Paese.
Le offerte raccolte durante le celebrazioni vanno in quattro direzioni: Terra Santa, Brasile, Uganda e Benin. In Brasile a sostegno di un centro diurno francescano, in Uganda nella promozione dell’agricoltura sostenibile. In Benin l’associazione VEA è attiva da diversi anni nell’educare a una gestione sostenibile dei rifiuti.
Un gruppo degli scout meranesi, quelli coinvolti nella distribuzione della Luce, sarà proprio lì, nel Nord del Benin, negli ultimi giorni di dicembre e nei primi dell’anno nuovo, per una visita solidale. Porteranno idealmente la Luce con sé fino alle colline di Natitingou. Sono progetti sostenuti dal Pozzo di Giacobbe di Merano che quest’anno, nel mondo della “terza guerra mondiale a pezzi”, promuove azioni di prevenzione della radicalizzazione violenta anche nel vicino Burkina Faso.
“Le principali sfide che il Burkina Faso deve affrontare in questo momento”, conferma Francois Ramde, coordinatore dell’Unione Fraterna dei Credenti di Dori, “derivano dalla mancanza di sicurezza, con le emergenze umanitarie che ne derivano. I vari attacchi terroristici hanno causato lo sfollamento forzato di molte persone”. In un Paese dove tradizionalmente le culture hanno trovato vie pacifiche di convivenza, ora “i gruppi terroristici sfruttano le frustrazioni sociali per mettere i gruppi religiosi locali gli uni contro gli altri. Aumentano i conflitti intercomunitari”. Benché “questi gruppi abbiano cercato di strumentalizzare la religione”, “la gente si sta rendendo conto che la religione viene usata per ottenere altri scopi”.
Quello del Burkina è solo uno dei tanti, troppi focolai di violenza, la gran parte sconosciuti, di cui si è parlato a Roma all’inizio della settimana scorsa, nel presentare – da parte di Caritas Italiana – il nuovo rapporto sui “conflitti dimenticati” (“Il ritorno delle armi. Guerre del nostro tempo”, ed. San Paolo). Si contano oggi 56 conflitti in tutto il mondo. Alcuni si sviluppano nel totale silenzio, altri sono presenti quotidianamente in ogni telegiornale, ma ciò non vuol dire che se ne siano capite davvero le cause. Né la connessione degli uni con gli altri. In Terra Santa la crisi umanitaria, acuitasi dopo l’attacco di Hamas e la risposta israeliana, ha aggravato la già critica situazione economica, colpendo in particolare Gaza e i Territori palestinesi. Centinaia di migliaia di posti di lavoro persi, turismo crollato e restrizioni: le persone vivono condizioni drammatiche. Caritas Gerusalemme, con Caritas Italiana, offre supporto economico, sanitario e psicologico alle famiglie più vulnerabili. Lo farà anche con le offerte della Luce della Pace.
Da Gerusalemme i patriarchi e capi delle Chiese, nel loro messaggio per Natale, fanno appello ai cristiani e alle persone di buona volontà in tutto il mondo affinché si uniscano nella preghiera e nel lavoro per la pace, non solo in Terra Santa, ma ovunque ci siano conflitti e guerre. “Facendo insieme questo, onoreremo davvero il Principe della Pace, nato così umilmente in una stalla a Betlemme più di due millenni fa”.
Lascia una recensione