Il pretesto l’ha offerto la Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà dello scorso 17 ottobre, ma il percorso è cominciato da tempo. Le organizzazioni attive nel sociale alcuni anni fa avevano cominciato a riunirsi regolarmente, avvertendo la latitanza delle istituzioni soprattutto nel campo della ricerca sociale. Una ricerca condotta seriamente porta a dati e conoscenze che obbligano a scelte coerenti. Nelle dinamiche del “sistema Alto Adige” non è sempre facile esporsi in un’efficace opera di advocacy a favore dei diritti di tutti.
La Federazione altoatesina per il sociale e la sanità ci ha creduto fin da subito e ora può presentare quello che, date le realtà coinvolte, viene definito a ragione un “manifesto interistituzionale”. Con esso, hanno spiegato i promotori in una conferenza che ha coinvolto, nel ruolo di spettatori, anche la Provincia e la Diocesi, “le associazioni altoatesine dei settori del lavoro, dell’istruzione, della cultura, dell’economia, del sociale e dell’ambiente si assumono ora la responsabilità comune di sconfiggere la povertà”.
I firmatari fanno proprio il primo dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile formulati dall’ONU: “Porre fine alla povertà in tutte le sue forme ovunque nel mondo”. Anche nel ricco Alto Adige “la povertà è un grave problema sociale”, perché “mette a rischio il futuro delle persone colpite e la coesione sociale. Prevenire e combattere le povertà è un compito trasversale perché le povertà hanno molte cause ed effetti”.
Il manifesto si articola in cinque articoli. In primo luogo si tratta, appunto, di “porre fine alla povertà ovunque e in tutte le sue forme”. Per questo serve un’alleanza di tutti i settori della società. Secondo: sono da “consolidare i valori nella società”, tra questi la libertà e la dignità delle persone. Valori da vivere attraverso “una società solidale, democratica, aperta e inclusiva”. In terzo luogo, è necessario “rafforzare le relazioni interpersonali”, poiché essere in relazione “crea le basi per una società solidale, mentre l’individualismo agisce in senso contrario”. Quarto punto: “Garantire pari opportunità per tutti”, indipendentemente dall’origine, dall’età, dalla religione, dalla visione del mondo, dalle condizioni mentali o fisiche. Si sente l’eco del secondo articolo della Costituzione, che sottolinea l’importanza delle “formazioni sociali” ove si svolge la personalità delle persone, nel leggere che “la famiglia, l’istruzione, il mondo del lavoro e il tempo libero sono sostenuti da quadri giuridici e da un ambiente adeguati al fine di promuovere l’occupabilità e di consentire un’esistenza sicura per tutti/e, senza che lo sviluppo del singolo vada a scapito di altri”. Infine, si tratta di “soddisfare i bisogni primari” tra i quali “la sicurezza, il cibo, l’abbigliamento, le relazioni sociali, la salute, la formazione e un ambiente integro”.
Primi firmatari del manifesto sono il SWR-EA Economia Alto Adige – Südtiroler Wirtschaftsring, il Centro di competenza per il lavoro e le politiche sociali dell’Università di Bolzano, l’Alleanza della Cultura, la Federazione per il Sociale e la Sanità, l’Istituto promozione lavoratori AFI-IPL, il Gruppo Volontarius e la Federazione ambientalisti Alto Adige.
Tutti i firmatari sono favorevoli alla creazione di una rete di contrasto permanente alla povertà. Compito della rete, tra gli altri, il monitoraggio della povertà in Alto Adige, perché “per attuare misure di prevenzione efficaci, è necessario rilevare dati e fatti”. Conoscenze, raccolte anche sul campo, che servano a formulare proposte per provvedimenti legislativi e amministrativi. Una rete in dialogo con le istituzioni, capace di accompagnare, sensibilizzare, comunicare. Col proposito, infine, di coinvolgere in tutto ciò, direttamente, le persone colpite o minacciate dalla povertà.
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