Lisa è una simpatica signora di circa novant’anni che la mamma di Margherita, tredicenne in piena adolescenza, contatta per aiutare a recuperare l’insufficienza in inglese della figlia. Inizia così “Il nido del tempo” (Giunti; età +10), la storia vera di Lisa, che si scopre nel corso del libro, essere stata una bambina ebrea profuga in Inghilterra lì fuggita con la sua famiglia per scampare alle leggi razziali.
Margherita non è molto convinta di questo suo tempo passato insieme all’anziana, ma pian piano tra loro nasce una profonda amicizia inconsapevolmente rafforzata dai pezzi di una vecchia casa di bambole in legno che la ragazza trova entrando, senza chiedere permesso a nessuno, nella cantina della signora.
La storia di Lisa è vera ed è raccontata all’interno di una cornice narrativa inventata in cui trovano posto le vicende scolastiche e familiari di Margherita, i cui genitori si sono appena separati, la storia della malattia di Tobia, nipote di Lisa, e la ricostruzione della vecchia casa di bambole, il cui ruolo in tutto il libro è fondamentale.
Questa casa di bambole è realmente esistita e diventa nel libro metafora della storia della famiglia dell’autrice: Anna Sarfatti è, infatti, figlia di Lisa, e simbolo della famiglia smembrata di Margherita. Questa casa è stata più di un giocattolo per chiunque nella realtà e nel romanzo ci sia entrato in contatto, è diventata “nido”, rifugio, elemento di continuità, che ha contribuito a dare un senso agli eventi insensati dei loro tempi.
Questo romanzo racconta con grande abilità narrativa una storia vera e personale che diventa universale, sia nelle pagine legate alla Shoah e agli esuli, sia in quelle dedicate alla fatica di crescere di un’ inquieta adolescente dei giorni nostri. Il ricordo del passato, la memoria storica, il vivere il presente sono raccolti e tenuti insieme in un intreccio denso e interessante, piacevolissimo da leggere per l’alta cura del testo, che racconta le vicende con leggerezza e senza retorica né didatticismi.
Un testo scritto con grande abilità, attentamente composto in un italiano piacevole, ricco e complesso al punto giusto sia nel vocabolario che nella sintassi, dimostrazione che anche nei libri per i giovani lettori si può (e si deve) raggiungere e offrire qualità.
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