Giusi Marchetta, Lettori si cresce – Einaudi, 2015 – 166 p. – € 14,00
Non si può negare l'evidenza. La lettura non è tra le attività preferite dai ragazzi, almeno non dalla maggioranza di loro. Anzi per molti leggere è difficile, noioso, complicato: una “cosa di scuola” che si fa solo perché si deve e solo con grande sforzo di volontà. Leggere significa affrontare un testo, capirlo, confrontarlo con il proprio vissuto, farlo proprio. Leggere è impegnativo e lo è tanto di più se non si ha familiarità con il costrutto della lingua scritta, se si conoscono poche parole, se si è abituati solo all'immediatezza di video, web e giochi elettronici. Leggere non attira se si è troppo giovani per un certo tipo di storia, se si deve “fare la scheda”, se la trama non “prende”…
Chi lavora con i ragazzi e vuole trasmettere loro l'amore per la lettura non può calare dall'alto verità come “leggere fa bene”, “leggere ti aiuta a crescere” (affermazioni di cui lui stesso spesso non è convinto), ma deve usare vie alternative, servendosi anche di internet e dei social network, per fargli capire che la lettura è scoperta di qualcosa che non sapevi e che magari non avresti voluto sapere; è avventurarsi nei pensieri e negli incubi di un'altra persona, scoprendo che non sono troppo lontani da quelli che ti tengono sveglio, è permettere al mondo di entrare in te e scuoterti.
Tutto questo è contenuto in “Lettori si cresce” (Einaudi), un libro a metà tra il racconto e il saggio. La lettura è il centro della questione su cui si basa: i ragazzi non leggono perché nessuno riesce a trovare il metodo giusto per avvicinarli al testo scritto o perché neanche gli adulti ed educatori che dovrebbero farlo sono convinti che valga la pena leggere?
Ricordi di letture ed esperienze di scuola, citazioni e consigli sono il corpo di questo libro, in cui l'autrice con leggerezza e ironia spinge gli adulti a prendere atto della situazione, a fare un esame di coscienza, valutare i propri eventuali errori e trovare soluzioni. Li esorta a non demordere perché hanno il dovere di tentare di avvicinare i giovani alla lettura. Come? La soluzione è una: farli innamorare. Solo se si divertiranno facendolo e scegliendo di farlo, leggere potrà diventare per loro un piacere. Niente imposizioni, niente argomentazioni educativo/moralistiche solo seduzione, gioco, coinvolgimento, scambio. Come in amore.
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