Tra i regali dell’80esima Mostra del Cinema della Biennale di Venezia c’è “Green Border” della regista polacca Agnieszka Holland, che ha scosso animi e strappato lacrime brucianti al Lido, incoronato con il Premio speciale della Giuria. Distribuito da Movies Inspired, “Green Border” si posiziona con passo deciso nel perimetro del cinema di impegno civile raccontando una delle tragedie del nostro presente che si consuma tra Bielorussia e Polonia. Lì migranti provenienti da Siria e Afghanistan diventano oggetto di uno spietato braccio di ferro: nessuno li vuole, ma vengono usati per azioni di intimidazione politica. In questo teatro dell’assurdo, le vite di innocenti si piegano, si spezzano. La Holland picchia duro nei temi, pronta a scuotere le coscienze sonnolente dei leader europei, ma lo fa con grande controllo della macchina da presa e chiara eleganza visiva, con un efficace bianco e nero. “Green Border” è un potente e straziante grido di denuncia, ma soprattutto espressione di un grintoso cinema di impegno civile. Da non perdere.
Torna al cinema “Il colore viola”, apprezzato romanzo Premio Pulitzer (1983) di Alice Walker; un nuovo adattamento dopo il successo firmato Steven Spielberg nel 1985 con Whoopi Goldberg. Targato Warner Bros. e diretto da Blitz Bazawule, con Fantasia Barrino e Danielle Brooks – candidata agli Academy Awards –, “Il colore viola” vede tra i produttori lo stesso Spielberg, Oprah Winfrey e Quincy Jones. Oltre al tracciato del romanzo, il film recupera la versione musical di Broadway.
Nel segno della commedia brillante a “stelle e strisce” è “A dire il vero” (“You Hurt My Feelings”), film diretto da Nicole Holofcener – suoi “Friends with Money (2006) e “Non dico altro” (2013) – con Julia Louis-Dreyfus e Tobias Menzies: la storia di una nota scrittrice in stallo con la pubblicazione del nuovo libro, criticata anche dal marito. Umorismo acuto e pungente. Lo distribuisce Vertice360.
Guardando agli Oscar edizione 96, ecco uno dei titoli in gara come miglior film: “Anatomia di una caduta” (“Anatomie d’une chute”) della francese Justine Triet – autrice anche del copione con Arthur Harari – e interpretato dall’acclamata Sandra Hüller.
Palma d’oro alla 76a edizione del Festival di Cannes, sei Premi Efa e due Golden Globe, l’opera correrà agli Oscar con 5 candidature di peso tra cui miglior regia (l’unica donna nella cinquina!).
“Anatomia di una caduta” è un raffinato e meticoloso racconto del deragliamento di una relazione, una lucida autopsia di legami, pensieri e sentimenti. La storia vede protagonista una coppia di scrittori, Sandra e Samuel, genitori del preadolescente Daniel, che abitano in una località isolata sulle alpi francesi. All’improvvisa morte di lui, caduto da una finestra, Sandra finisce sul banco degli imputati: vengono setacciati rancori, rimorsi, carriera, (in)successi, intimità e ruolo genitoriale.
Film scritto meravigliosamente, serrato nelle dinamiche e cesellato nei termini, con una regia illuminata e un’attrice, la Hüller, eccellente. In vista degli Oscar, film di certo da recuperare. È ancora al cinema da Teodora Film Distribuzione (a Trento al Supercinema Vittoria lunedì 19 febbraio alle 19.30, in versione in lingua originale). (Sir)
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