Caderzone: pascoli, monti e salumi

Caderzone deriva dal latino quadra col significato di “divisione amministrativa della vicinìa”. Qualcuno lo fa derivare da Cà d’Arzone e allora deriverebbe dal longobardo Arizzo. La pronuncia dilettale Cadàrcion avvalora la prima ipotesi.

Nel Medioevo era dominio del principe vescovo di Trento. L’ economia di allora era regolata dalla Carta di regola ed era silvo-pastorale. Regolati erano i vasti alpeggi e la costruzione delle “ca’ da mont”. Il paesaggio montano era punteggiato di malghe e fienili.

L’abitato si allarga sul conoide alluvionale del Rio Casa e alla confluenza del Sarca. All’economia silvo-pastorale si è affiancato il confezionamento dei salumi. Ma oggi essa poggia sul turismo grazie al paesaggio di rara bellezza fatto di pascoli, monti, foreste, cascate e laghetti alpini. Famose le cascate del Nardis. A Caderzone sorge il monumento alla vacca di razza “Rendena”.

Lo stemma è stato adottato il 13 aprile 1988 e ricorda lo stemma della famiglia Bertelli “di Monte Giglio”. In campo rosso figura un giglio in argento legato in oro. Corona è murale di Comune così come gli ornamenti: una fronda d’alloro fogliata al naturale fruttifera e una fronda di quercia fogliata e ghiandifera legate da un nodo rosso e d’argento.

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