“Anche qui in Bolivia siamo alle strette. E molte famiglie sono alla fame”

Valerio Weiss ad Aiquile (Bolivia)

Valerio Weiss è uno dei membri della piccola comunità di missionari laici trentini residenti in Bolivia. Opera nella Prelatura di Aiquile, distaccata da Cochabamba nel 1962: una vasta zona (oltre 23 mila chilometri quadrati) affidata inizialmente alla Provincia dei Frati minori di Trento, la cui popolazione è estremamente povera.

Cari amici del Centro Missionario Diocesano,

grazie per il messaggio che ci avete inviato. Messaggio che ci fa sentire uniti, in comunione con tutte le missionarie e i missionari della Chiesa trentina e soprattutto in comunione con la stessa Chiesa. In questi momenti difficili il sentirsi  uniti, da a tutti un senso di famiglia, sapere che fratelli e sorelle ci pensano e si fanno carico, dentro delle loro possibilità, della situazione che cada uno ci tocca di vivere, è un vero gesto di carità fraterna.

Mesi fa eravamo preoccupati  della situazione italiana e trentina per causa di questa terribile pandemia. Adesso anche qui in Bolivia siamo alle strette, con l’aumento esponenziale di ammalati e morti. Nei giorni scorsi sono stati raccolti in strada cadaveri di ammalati che non hanno fatto in tempo ad arrivare a un centro medico attrezzato.

Successe la stessa cosa in Ecuador e in Perù, sembra sia destino dei paesi andini non essere minimamente preparati per queste emergenze. In più politici e negozianti approfittano della situazione per arricchirsi col denaro pubblico destinato a quest’emergenza.

La situazione non è per niente accettabile, ma è quella con la quale dobbiamo convivere tutti i giorni. Siamo stati fermi, in quarantena rigida, per una cinquantina di giorni, dal 23 marzo, poi poco a poco tutti hanno ripreso, dentro dei limiti concessi, le attività lavorative; da li si sono sviluppati i maggiori focolai di contagio che adesso viviamo; ad Aiquile per il momento nessun caso. E’ previsto di tornare in quarantena rigida per cercare di arginare l’espandersi dei contagi; sarà difficile che la gente accetti le limitazioni di movimento per l’imperiosa necessità di cercare qualche modo per sopravvivere.

Come accennate nella vostra lettera “uno dei problemi più urgenti legati alle misure anti diffusione del virus” è “quello che la gente più povera rischia di non avere più cibo”. Infatti in una economia nazionale informale al 70%, per le famiglie che non possono uscire per un lavoro alla giornata, o che non possono commerciare le loro piccole produzioni, l’unica prospettiva è la fame. In più, nei prossimi mesi avremo una quantità impressionante di persone disoccupate, licenziate dalle piccole e medie imprese che non possono far fronte a debiti e impegni fiscali.

Con la Parrocchia ci siamo attivati con una colletta e poi per la distribuzione degli alimenti alle famiglie più bisognose e alle comunità rurali lontane e disperse che non hanno avuto un raccolto stagionale soddisfacente. Nei prossimi mesi anche l’aiuto che voi avete mandato servirà quasi esclusivamente per questo. Cibo per la fame della gente bisognosa.

Purtroppo anche il settore dell’educazione accusa gravi deficienze; qua le scuole sono da febbraio a dicembre. Praticamente finora ci son stati circa trenta giorni di scuola, ma bisogna considerare che in quel periodo c’era anche il carnevale, che si porta via tre giorni di scuola. Qualche maestro della primaria si impegna a visitare e a mantenere i contatti con gli alunni. I professori della scuola secondaria cercano di essere presenti attraverso Internet che però non è disponibile in tutti i posti ed in più è anche abbastanza caro, cosicché molti alunni restano esclusi dalle lezioni virtuali. Non si sa ancora quando potranno riaprire scuole e istituti. Probabilmente dovranno ripetere l’anno.

Per il momento, non sono ancora permesse le celebrazioni pubbliche nelle chiese; si spera che sarà possibile dopo l’ultimo periodo di quarantena dura, ossia da luglio in avanti. Le persone interessate seguono le celebrazioni eucaristiche, il rosario o celebrazioni della Parola attraverso radio, televisione ed altri mezzi d’informazione.

Non senza difficoltà, in tutti questi problemi cerchiamo di vedere e trasmettere la presenza salvífica e rassicurante di Cristo Resuscitato e dello Spirito Santo che ci da forza e fiducia per andare avanti sperando in giorni migliori per tutti.

Vi ringraziamo per la fiducia che avete nei nostri confronti, manteniamoci uniti nelle azioni e nelle orazioni a Dio che vuole e da Vita per tutti, sopratutto per i più poveri e abbandonati.

(Valerio Weiss, laico di Centa s. Nicolò, opera ad Aiquile in Bolivia)

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina