Dobbiamo uscire dalla logica della vendetta e dalla detenzione come unico mezzo di correzione
Ai primi di giugno nelle carceri brasiliane si sono vissute ore drammatiche, con scontri che hanno provocato la morte di 57 detenuti in quattro distinti istituti penali nello Stato di Amazonas (si veda a pagina 16). Da Manaus il commento di don Gianni Poli, sacerdote diocesano fidei donum che in autunno rientrerà in Diocesi dopo 17 anni in Brasile.
Manaus, 11 giugno – “Ha sbagliato, deve pagare!”. C'è una logica che non capisco. Sento perfino delle madri di persone che hanno sbagliato che dicono che il figlio che ha sbagliato è giusto che paghi.
Hanno ucciso, hanno smerciato droga, hanno stuprato ecc. ,sono in carcere, pagando perchè hanno sbagliato.
Ma cosa stanano pagando e a chi? Picchiandoli, facciamo risuscitare i morti? Lasciandoli mezzi nudi, in sessanta in una cella che ne può contenere 6, diamo qualche soddisfazione alle donne che hanno subito violenza? Facendo mangiare loro cibo scaduto, purifichiamo la gioventù che ha usato la droga venduta da loro? Torturandoli con una pinza e spruzzando loro spray al peperoncino in faccia indenizziamo in qualche modo chi è stato da loro assaltato?
E' massacrando i negri poveri che riusciamo a vincere il crimine organizzato?
“Devono pagare!”.
Se loro pagano, chi sta ricevendo? Se è la nostra sete di vendetta che fissa il prezzo,manca solo la soddisfazione di vederli morire di stenti. La nostra collera ha bisogno di immagini perchè possiamo soddisfare il nostro gusto di vedere l'altro che soffre un poco di quello che noi soffriamo.
Se loro pagano, chi sta ricevendo? Se stanno pagando in prigione, e il castigo non risuscita ai morti, non indenizza i derubati e la nostra sete di vendetta è soddisfatta, c'è qualcosa di sbagliato in questa logica.
Le uniche che stanno guadagnando sono le imprese che gestiscono le prigioni. Certo, più detenuti, più denaro! Più violenze, più lucro.
Il vescovo di Manaus, mons. Sergio Castriani, il giorno della Pentecoste invitava caldamente a cercare un’altra strada: “Dobbiamo uscire dalla logica della vendetta e dalla detenzione come unico mezzo per intervenire con le persone che hanno sbagliato. Ci rifiutiamo di credere in un sistema che porta solo alla morte”.
don Gianni Poli
missionario fidei donum a Manaus
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