Chiedo venia… ma oggi mi permetto di proporvi un gruppo di organismi appartenenti al regno vegetale di cui si parla poco, troppo poco. Non sono coltivati dall’uomo, passano spesso inosservati, eppure crescono ovunque. Sono stati una delle prime forme di vita a colonizzare le superfici terrestri; pazienti e lentissimi nella crescita hanno un valore ambientale infinito. Alcuni di essi sono particolarmente morbidi al tatto, quasi vellutati. Gli uccelli e i roditori del bosco li usano per rivestire i loro nidi. Altri sono particolarmente tenaci, ruvidi come la roccia e dai colori pastello. Se osservati da vicino hanno forme incredibili, i colori dell’inverno li mettono in evidenza.
Così racconta di loro il poeta Camillo Sbarbaro nel testo “Trucioli” (1948): “…prospera dalle regioni delle nubi agli spruzzi del mare. Scala le vette dove nessun altro vegetale attecchisce. Non lo scoraggia il deserto, non lo sfratta il ghiacciaio; non i tropici o il circolo polare. Sfida il buio delle caverne e s’arrischia nel cratere del vulcano. Teme solo la vicinanza dell’uomo…la città è la sola barriera che lo arresta…”
Sì, perché alti tassi di inquinamento atmosferico riducono drasticamente la loro vitalità, al punto che gli unici ambienti al mondo dove faticano a svilupparsi sono le zone altamente urbanizzate.
I “Licheni”: ricavano i nutrienti dall’aria e dall’acqua presente nell’ambiente, non dal substrato su cui vivono. Sono moltissime specie, ognuna dotata di proprio nome, forma e colore; eppure sono così modesti che li nominiamo sempre al plurale.
Sono in grado di colonizzare gli alberi (licheni epifiti), la terra (licheni terricoli), la pietra (licheni epilitici). Concorrenti deboli nella sfida con le piante e i muschi, tendono a svilupparsi in habitat aperti e poco ospitali, per lo più privi di altra vegetazione.
Associazione simbiotica tra un fungo ed un’alga: hanno sviluppato un meccanismo perfetto per sopravvivere alle condizioni peggiori. Le ife del fungo avvolgono l’alga, dando origine ad una struttura semplice nota con il nome di “tallo”. L’alga fornisce i nutrienti ottenuti con la fotosintesi mentre il fungo procura acqua, minerali, protegge dalla luce eccessiva e dall’essicamento. Sono privi di organi riproduttivi visibili come i fiori, non hanno fusti, né vere foglie nè radici.
Sanno trasformare i substrati di pietra e svolgono un incredibile ruolo biogeochimico nei processi di erosione delle rocce, nella distribuzione dei nutrienti (come carbonio, azoto) e nei processi di formazione del suolo. Non danneggiano le piante ma le colonizzano quando sono in deperimento.
Hanno avuto origine circa 400 milioni di anni fa (Muggia, 2013) e nonostante ciò li consideriamo ancora vegetali “inferiori”… ma non è così.
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