“No sta nar ne la Gon popo, che ghé la Brava Part che te porta via”. Così le mamme folgaretane di un tempo passato ammonivano i figlioli per farli stare bravi e lontani dai pericoli della Valle del Rio Cavallo.
“Ogni cristiano ha una missione nei confronti di tutti gli uomini: è stato mandato a portare la luce e l’amore di Gesù nel mondo. Ma anche chi non si allontana dalla propria casa e dal proprio paese può essere sempre portatore di luce”. È il forte messaggio che don Giorgio Cavagna ha lanciato ai fedeli durante la tradizionale Messa del giorno 14 febbraio concelebrata assieme a don Bruno e don Alfredo, nella chiesetta di San Valentino in Carpeneda, sull’Altopiano di Folgaria.
C’è forte preoccupazione sull’altopiano di Lavarone per il futuro del progetto che ha coinvolto la comunità negli ultimi due anni e mezzo. Secondo i provvedimenti annunciati dalla Giunta Fugatti dovrebberi essere sospesi i finanziamento alle iniziative di accoglienza nelle valli e quindi le persone accolte e poi inserite nella comunità di Lavarone si troverebbero trasferite a Trento o a Rovereto, ritrovandosi così anche nella precarietà lavorativa.
Storie belle e vere, di donne dal cuore pieno di fede e orgoglio per il proprio lavoro e per la propria vita, fatta di sacrifici e di umiltà. Esistenze semplici, ma veramente libere e dignitose. Sabato scorso a Lavarone Chiesa, un teatro colmo di persone, ha assistito alla prima del documentario “Il ricamo dei giorni” di Micol Cossali.