Per i servizi ai senza dimora serve il Green Pass: si moltiplicano gli appelli

Il servizio Sacco Bello è sempre attivo. Servono sacchi a pelo, coperte e abbigliamento maschile invernale. Foto: Gianni Zotta

Tra i vari servizi per cui è stato istituito l’obbligo di Green Pass, sono stati inclusi anche quelli dedicati alle persone senza fissa dimora come le mense o i servizi al chiuso. Una decisione che rischia di avere gravi conseguenze sulla vita delle persone più fragili, fino ad ora escluse dalla campagna vaccinale per via della mancanza di documenti o di altre problematiche che rendono complicata la loro situazione. Per questo motivo, nelle ultime ore, si sono moltiplicati gli appelli a trovare una soluzione più rapidamente possibile allo stato di cose venutosi a creare.

Tra i primi a sollevare la questione il musicista Johnny Mox, che con un post sui suoi canali social ha commentato il provvedimento: “Non ci sarebbe nulla da eccepire se queste persone fossero state vaccinate per tempo come più volte richiesto dagli operatori di un servizio definito “essenziale”. Invece la campagna vaccinale in Trentino ha scelto di ignorare deliberatamente le persone che vivono in strada, che non hanno documenti, permesso di soggiorno né tessera sanitaria. Queste 150 persone quindi, dopo non aver potuto nemmeno contare sul diritto a vaccinarsi, da un giorno all’altro non avranno più nemmeno il diritto di entrare al Punto d’Incontro, dovranno mangiare sulle sedie in strada”.

A stretto giro, poi, la questione è arrivata in Consiglio provinciale, con un’interrogazione presentata dal consigliere Paolo Zanella, di Futura, che chiede alla Giunta il perché non si sia deciso di partire già nei mesi scorsi con una campagna vaccinale nei confronti di persone con fragilità sociale; e se non si ritenga opportuno prorogare l’entrata in vigore delle disposizioni di accesso ai servizi di bassa soglia (visto che il Governo ha deciso di derogare sugli alberghi) attivandosi nel frattempo per intercettare, informare, e accompagnare le persone alla vaccinazione, anche con una task force dedicata, hotspot vaccinali presso i punti di accesso ai servizi e/o un’unità mobile.

“Queste disposizioni, introdotte da un giorno all’altro senza alcuna ragionevole proroga, non permetteranno a molte persone di accedere alla mensa o ad un dormitorio come avveniva finora – spiega Zanella -. Emanare una circolare e pensare che dal giorno dopo si possa partire, quando è noto che stiamo parlando di una popolazione difficilmente informabile sulla nuova prassi, è assolutamente irragionevole. Stiamo parlando di persone socialmente fragili, che vanno accompagnate alla vaccinazione, e che comunque si è iniziato a intercettare a tale scopo solo da poco tempo (quando si sarebbe potuto fare fin da maggio), grazie al lavoro congiunto di GrIS, APSS e cooperative sociali che lavorano con questa fascia di popolazione”.

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