Il 20 luglio ci ha lasciato silenziosamente, curato dall’amore dei suoi cari, Primo Zortea, l’ultimo “restelèr” del Vanoi.
Artigiano di lunga data, Vigile del fuoco impegnato nel volontariato, ma anche in molte iniziative locali, ha lasciato le sue passioni e la sua gente in poco tempo. Si era fatto conoscere, anche fuori valle, per la sua attività di artigiano nella costruzione di rastrelli.
Era l’unico lavoratore del legno del Primiero-Vanoi, e forse anche del Trentino, che riusciva a produrre i rastrelli di legno tipici delle zone di montagna. Una passione avuta fin da bambino: infatti, nel laboratorio paterno il suo compito era quello di realizzare i denti del pettine, mansione che svolse sempre con grande passione tanto che poi portò avanti l’attività. L’unico suo rammarico era quello di non trovare nessun giovane al quale insegnare i segreti di quest’arte.
Nel suo laboratorio non mancavano le visite delle scolaresche o dei turisti per poter vedere dal vivo questa attività artigianale in via di “estinzione”. Egli accoglieva tutti con quella semplicità che lo contraddistingueva, parlando e spiegando con un linguaggio molto semplice, comprensibile e che usciva dal cuore.
Nel 2001 era uscito un documentario (fu presentato e premiato alla cinquantesima edizione Film Festival della montagna di Trento) di Carlo Bazan e Igor Francescato che raccontava non solo la sua storia, ma spiegava soprattutto le varie procedure che portano alla creazione di un rastrello, fatto con l’amore di chi lavora con passione, scegliendo il legname migliore.
Infatti, questo strumento in legno, che era marchiato con un simbolo a segnarne la proprietà, faceva parte del “corredo” della gente di montagna e in modo particolare di ogni famiglia del Vanoi.
La famiglia di Primo non era l’unica a realizzare rastrelli, ma certamente essendo composta da una numerosa generazione di “restelèri”, era la più nota della valle. Ora Primo riposa nel cimitero di Prade, piccola frazione di Canal San Bovo dove viveva con la famiglia.
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