“I bambini sono tutti uguali”, associazioni e sindacati in piazza per cambiare sul bonus nascita

Sono scese in piazza nella mattinata di oggi, Cgil, Cisl Uil e Acli insieme ai rappresentanti delle comunità straniere, alla Caritas diocesana, al mondo del volontariato trentino che con un presidio in Piazza Dante hanno ribadito il loro “No ad una società che discrimina tra cittadini fin dalla culla“, e rilanciato la petizione, presente su change.org, per modificare i criteri di accesso al bonus nascita trentino che oggi esclude tutti i bambini e le bambine nate da famiglie che non sono residenti da almeno dieci anni in Italia.

In Trentino infatti, su 3200 bambini e bambine che hanno i requisiti per accedere al bonus nascita trentino, 140 restano tagliati fuori perché nati da un papà e una mamma residenti da meno di dieci anni in Italia. Vale a dire appena il 4,4% del totale. Numeri che, secondo i manifestanti, che chiedono l’intervento del Consiglio provinciale, dimostrano come la misura voluta dalla Giunta Fugatti è solo discriminatoria.

“Quello per cui ci stiamo impegnando non è una questione meramente economica. Regole come queste minano le basi culturali e sociali su cui si è costruita la nostra società, che da sempre valorizza le diversità come un punto di forza”, ha detto Luca Oliver delle Acli che insieme a Cgil Cisl Uil sta promuovendo la raccolta firma per cambiare la norma provinciale. Parole a cui ha fatto eco anche Zebenay Jabe Daka, rappresentante della comunità etiope in Trentino: “La politica deve essere a servizio delle persone, non uno strumento per discriminare tra persone. Nessuno sceglie dove nascere. Chi oggi sostiene questa misura non è nato per scelta in Trentino. Dobbiamo batterci per continuare a far comprendere che la comunità è un punto di forza della nostra comunità. Tutti i 4mila bambini che nascono ogni anno su questo territorio sono trentini, a prescindere dalla provenienza dei loro genitori. Mio figlio è trentino e canta l’inno di Mameli. Questa norma vuole dire che i bambini non sono tutti uguali”.

Sul valore della diversità, dell’inclusione è intervenuto anche don Cristiano Bettega della Caritas diocesana sottolineando il rischio che sta correndo la comunità trentina richiudendosi in se stessa. “Chiudersi, costruire muri non è la strada per difendere la propria identità. La storia ci insegna che le società che si sono chiuse, che hanno escluso, sono destinate a morire”.

Duro il commento anche di Claudio Bassetti del Cnca che ha parlato di demolizione della cultura dell’accoglienza attraverso atti che sono di vera e propria discriminazione “una cultura che si insinua goccia dopo goccia nella nostra comunità tagliando fuori chi vorrebbe farne parte”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina