Addio a Martino Poda, l’avventura e il servizio

Martino Poda

Con i suoi occhi Martino Poda sapeva vedere dove spesso gli altri non vedevano, con i suoi occhi ha raccontato la bellezza del Creato e la vita buona delle persone. Lo piangono in molti, dopo averlo accompagnato nei lunghi mesi di malattia affrontati con fede e coraggio, ora che la morte ieri lo ha trovato a 60 anni con lo zaino pronto, in ordine, da ottimo capo scout qual era.

Sullo zaino idealmente portava la telecamera perché per 40 anni Poda ha lavorato nella Sirio Film di Trento, alla quale aveva donato la sua passione nel documentare e raccontare, la sua manualità impareggiabile, la sensibilità speciale verso l’oggetto delle sue riprese, fosse un beduino del Sahara o un povero delle nostre periferie. Nei primi anni della trasmissione “Pietre Vive” aveva arricchito quell’esperienza televisiva della Chiesa trentina, contribuendovi con il suo sguardo umanamente ricco, capace di stupirsi e di rendere grazie.  “Operatore di ripresa”, dicevamo allora, ma il buon Martino era anche operaio e regista, “scrittore” con le immagini, impegnato sempre a “fare squadra” eppure capace di prestazioni solitarie, d’inquadrature inconfondibili.

Da grande sportivo l’amore per la montagna e gli ambienti estremi lo avevano portato sulle piste dei reportage in tutto il mondo (dal Polo Nord, guadagnandosi la fiducia e l’amicizia di Reinhold Messner, alle tante mete di “Overland”, ma anche di “Linea Bianca” e di tanti eventi seguiti per la Rai, Sky e le principali emittenti italiane) con viaggi in cui sprigionava il suo desiderio di avventura, sempre però radicato all’amore per la famiglia con la moglie Chiara e i tre figli Giacomo,  Tommaso e Matteo (con loro, negli ultimi anni, anche il gambiano Kebba).
Ha vissuto l’avventura come esperienza educativa per tanti anni nello scoutismo insieme a Chiara, fra l’altro documentando i grandi eventi dell’Agesci nazionale (come la route nazionale di San Rossore) o cogliendo immagini impareggiabili per la stampa associativa e i siti web. Ma, soprattutto,  guidando e accompagnando come capo scout di tanti giovani trentini: con il suo stile gioioso, la sua esigente ricerca spirituale, l’attenzione a vivere il servizio, mettendosi sempre dalla parte di chi si trova nel bisogno. Con i suoi occhi,  aperti sull’avventura e sul servizio, Martino ora accompagna la nostra strada mentre lo immaginiamo già a piazzare cavi, luci e telecamere  nella comoda sala regia del Paradiso.

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