Si è conclusa positivamente nel centro storico di Trento attorno all'una di notte la serata di annuncio e di preghiera, denominata “Illuminàti d'immenso”, rivolta ai giovani over 15, da altri coetanei, insieme con giovani sacerdoti, religiosi e religiose.
La proposta si è collocata all'interno di un nuovo percorso di evangelizzazione di strada, ovvero di incontro e dialogo all'aperto con chicchessia, di silenzio, preghiera e meditazione in chiesa, nello specifico nella parrocchiale di San Pietro.
Il tentativo, peraltro riuscito, era quello di tentare una dialogo informale con i passanti, di accogliere le reazioni sia positive che negative ispirandosi al Vangelo, consentendo di approfondire il senso dell'iniziativa, invitando senza forzature quanti si fossero dichiarati disponibili a una sosta in chiesa davanti al Santissimo, donando a chi la gradiva, una copia del Vangelo. Lo hanno fatto alcuni giovani, operai, studenti universitari, disoccupati, d'ambo i sessi, con alcuni consacrati.
Altri, dopo l'avvio di questo insolito dialogo personale con l'esposizione del Santissimo alle 21.30 fino all'una, sono rimasti in attesa nel tempio sacro dove il vicario generale Lauro Tisi ha guidato la riflessione sui testi dei racconti evangelici fra intermezzi musicali e canti e la posa di lumi sull'altare da parte di coloro che avevano accettato di buon grado l'invito.
Il tutto si è svolto nel massimo della discrezione e del rispetto dell'altro, anche se talune vie percorse non eccellono quanto a gradimento dei cittadini residenti per schiamazzi notturni di estranei o frequentazioni indesiderate. Il sabato notte, poi, i locali pubblici segnano il pieno di presenze giovanili. Parlare di “movida di preghiera può sembrare irriverente o una forzatura.
Il tentativo di trasporre quella che è divenuta ormai un'usanza fra i giovani di animazione, divertimento e vita notturna nell'esperienza tentata dal gruppetto di giovani, appartenenti a formazioni cattoliche, variamente impegnate nel sociale, si presta quale elemento di rottura del tabù dell'esclusività circa l'impiego del tempo libero che non siano i soli spazi di un locale pubblico, il consumo di bibite e alcolici, l'estraniazione dalla realtà con tutto il rispetto per quanti si riservano il momento di svago, magari, dopo una settima di lavoro e di fatica.
Questa prima uscita, fuori dai tradizionali canoni, seguendo una prassi francescana di approccio con la gente, con estranei solo apparenti, dal momento che nessuna delle persone incontrate ha dato segni di fastidio o di indifferenza e tanto meno di rigetto sarà ora sottoposta ad un'attenta verifica da parte dei partecipanti, per una sua periodica riproposizione. E' il tentativo di una risposta all'invito di Papa Francesco che anche recentemente ha invitato i cristiani ad essere lievito, a “fare tutto il possibile perché il Regno venga, cresca e sia grande e anche che custodisca tanta gente, come l'albero della senape”. “Piccola vita, piccolo gesto; – ha detto – vita normale, ma lievito, seme che fa crescere”, dotati di “speranza che mai delude”, operando “nel cuore delle vicende umane”, affrontando “le sfide di una società complessa”, stando nel “cuore del mondo col cuore di Dio”.
Lascia una recensione