Una mostra d’arte… senza opere d’arte. Possibile? Sì, al Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (DISI) a Povo, dove, fino alla fine di luglio, al posto dei quadri è provocatoriamente esposta una serie di QRcode colorati, ognuno dei quali rimanda via Internet all’immagine del quadro con una didascalia descrittiva. L’idea è dell’artista Paolo Ober e prende spunto dai cambiamenti che la pandemia Covid-19 ha imposto. Il lavoro, lo studio e la fruizione della cultura sono state improvvisamente e necessariamente permeate dalla virtualità e dalla tecnologia.
“La mostra è una curiosità tecnologica, ma è anche la rappresentazione di un freddo distacco dalle emozioni, che in questo periodo sembrano poste in fondo alla classifica delle cose indispensabili”, spiega Ober. “Tanto di cappello ai teatri e alle associazioni che hanno proposto concerti, esposizioni e recitazioni in streaming cercando nella virtualità una fusione ideale dove musica, poesia e visualità si incontrano in quella che forse sarà una nuova forma d’arte. Ma noi speriamo che tutto ciò non diventi davvero una consuetudine”.
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