È stata una stagione in crescendo quella dell’Uhc Adige: dopo una prima parte di stagione complicata, per la squadra di hockey su prato di Mori alle prese con la massima serie nazionale, il gioco è nettamente migliorato nella seconda parte di stagione, superato lo stop al campionato dovuto alle limitazioni anti-Covid. La qualificazione alle final four di Coppa Italia mancata per un soffio è la riprova che il lavoro fisico e tecnico svolto durante tutto l’arco dell’anno ha dato i suoi frutti, anche se non è bastato ad evitare i playout e la retrocessione in serie A2.
L’Uhc Adige ha pagato la poca esperienza in campionati di alto livello, anche a causa dell’età media della rosa molto bassa, oltre all’addio di alcuni elementi della formazione che fino a quest’anno era riuscita a rimanere nel massimo campionato nazionale per ben cinque stagioni, dopo la doppia scalata che la vide passare dalla serie B alla A2 e infine alla serie A1. “La squadra è molto giovane, quindi sicuramente per il futuro abbiamo delle buone prospettive”, commenta l’allenatrice Daniela Possali. “È un gruppo di ragazzi che fin dall’inizio della stagione ha sempre remato nella stessa direzione rimanendo coeso”, le fa eco Marco Bisoffi, presidente della società lagarina. “In vent’anni di presidenza – osserva Bisoffi –, ho vissuto varie promozioni e altrettante retrocessioni, ma c’è da dire che per questa si respira un’aria diversa, i ragazzi sono giovani e hanno voglia di fare, le fondamenta da cui ripartire sono ben solide”. A testimonianza di questo, la presenza di alcuni atleti tra le fila della Nazionale italiana under 19, che dal 19 al 24 luglio disputerà gli Europei di categoria a Vienna. Tra le novità per la prossima stagione c’è l’iscrizione della squadra anche alla serie B, un’opportunità per i giocatori più giovani, e per chi gioca meno, di fare esperienza e mantenere il ritmo partita.
Anche le giovanili non hanno sfigurato. I bambini dell’under 12 hanno visto svanire all’ultimo le finali nazionali di categoria, che si disputeranno proprio sul campo di Mori il 26 e 27 giugno. “Il problema è che in Italia i bambini giocano poche partite”, spiega Possali: “Per questo motivo l’anno prossimo cercheremo di organizzarne di più, in modo da aiutarli a crescere fisicamente e tecnicamente”. Una delle convinzioni della società è che si debba prestare attenzione ai bisogni dei giovani, partendo dai più piccoli fino agli adolescenti. Esigenze non solo sportive ma anche relazionali, con le quali il mondo sportivo deve fare i conti. “Sempre più giovani abbandonano l’attività sportiva – osserva Bisoffi -, perciò noi come società dilettantistiche dovremmo iniziare a cooperare con le famiglie e le scuole in modo che i ragazzi crescano in modo sano e si divertano con lo sport”.
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