I luoghi in cui toccare Gesù

Con il vescovo Lauro intorno alle grandi domande sulla malattia, la morte, il male: “Cosa se ne fa Dio del mio dolore? Come si può parlare di Dio a chi soffre?”

Il quarto appuntamento di Passi di Vangelo ha segnato un piccolo record: mai le presenze dei giovani sono state numerose come nella serata di giovedì 16 febbraio alla chiesa del Seminario di Trento. Secondo le stime dell'ufficio di pastorale giovanile, infatti, sono accorsi circa 350 ragazze e ragazzi da tutto il Trentino.

Il modello della serata ha ricalcato perfettamente quello delle precedenti e fortunate tre: una fetta di pizza accompagnata da una bibita per salutarsi e poi tutti in chiesa. Il coro che ha allietato la serata dalle prime battute è stato quello dei giovani di Lavis, che ha introdotto il momento del filmato, della preghiera del salmo e della lettura del Vangelo. Per questo appuntamento, intitolato “Contatto vitale”, il brano scelto è stato Marco 5,25-34, in cui viene raccontato l'episodio della donna sofferente per emorragie guarita dalla sua fede al solo contatto del mantello di Gesù in mezzo alla folla.

I giovani di Mori e Villa Lagarina hanno provocato i presenti e soprattutto il vescovo Lauro con le loro domande, entrando nel vivo del tema della serata, ovvero la malattia e il dolore correlato. “Oggi c'è una pillola per ogni male, dal mal di testa all'ansia, ma l'effetto che hanno è aleatorio: alla fine il male resta sempre lì e ci fa sentire impotenti”, hanno gridato questi ragazzi, ”Anche Gesù ci appare impotente di fronte a delle gravi malattie immotivate e terribili. Cosa se ne fa Dio del mio dolore? Come si può parlare di Dio a chi soffre?”.

La “patata bollente” di questo grande tema che interroga da sempre l'uomo e la Chiesa, è passata al nostro arcivescovo, il quale subito si è detto “in cammino con voi, cari giovani. Non riesco che a dare un piccolo abbozzo, un cominciamento di risposta, poiché le vostre domande mi toccano e mi spingono ad una vera conversione, anche a più di cinquant'anni”.

E questo abbozzo di risposta don Lauro l'ha esposta così: “Credere è toccare, fare esperienza. È questione di azione di fatti. Fede vuol dire toccare, agire! Un luogo certo dove toccare Gesù è leggere il Vangelo!”. E ancora ha proseguito: “Gesù muore per essere totalmente se stesso, ovvero totalmente incapace di odiare, e questo è operazione da Dio. Il crocifisso, luogo della sofferenza di Gesù e del Padre che vede morire suo Figlio, è il documento che prova l'amore a fondo perduto di Dio, quell'Amore radicale che il mondo non conosce”.

In conclusione, il vescovo ha indicato ancora un luogo tangibile dove toccare questo amore: l'eucarestia. “Amando i suoi che erano nel mondo, prese un pane e lo spezzò. C'è (anche) un perder sangue che porta non alla morte, ma alla vita: è quello di Gesù, che spacca l'ego e ti rende pane spezzato in mezzo ai fratelli”.

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