Un percorso sul contesto su cui ci è dato di esistere: il mondo, a partire dalla nascita

Ha preso il via giovedì scorso la 6a edizione della Cattedra del Confronto, promossa dal Gruppo cultura e università dell'Ufficio diocesano guidato da don Andrea Decarli.

Un gradito ritorno per i molti presenti alla Sala della Cooperazione a Trento (e per quanti hanno seguito l'appuntamento nella diretta trasmessa da radio Trentino inBlu). “Siamo alla 6a edizione – ha detto nel suo saluto l’arcivescovo Bressan – e il numero 6 in portoghese si dice meja, perché a metà del cammino della dozzina, una strada che ci auguriamo ancora lunga”.

L’edizione 2014 è un percorso sul contesto su cui ci è dato di esistere: il mondo, a partire dalla nascita, “evento complessivo e straordinario”, l’ha definito don Decarli. “Ogni bimbo che nasce è una nuova morte sotto il cielo”, ma anche “ogni giorno dobbiamo imparare a nascere”, ha scritto la filosofa Maria Zambrano.

Com’è tradizione la Cattedra parte da alcune domande-chiave che accomunano credenti e non credenti. La nascita rimane sempre segnata da un dubbio: è stata una benedizione o una benedizione? Dobbiamo parlare del miracolo del nascere o della sua tragedia? Lo stupore del nascere è frutto dell’imprevedibilità del caso o riconoscenza di un dono eterno?

La nostra esistenza si snoda tra il nascere e il morire: sembrano opposti, ma li accomuna il tratto dell’inedito e dell’imprevisto e poi la nascita, come la morte, giunge imprevista e incontrollabile. Come affrontarle?

Nel mondo occidentale si nasce poco: egoismo o responsabilità?

Gesù invitava Nicodemo a “rinascere dall’alto”, ma come si impara a rinascere ogni giorno?

Per dialogare sul tema sono intervenute una filosofa, Francesca Rigotti, madre di 4 figli, e una scrittrice e teologa, Mariapia Veladiano. Intermezzo musicale di Chiara Borgogno, allieva del corso di Violoncello (IX anno) al Conservatorio “F.A. Bonporti”.