Giù dai monti: con “le caore” a Cavalese

Le protagoniste della Desmontegada di Cavalese
Con una settimana di ritardo (causa maltempo) la “Desmontegada de le caore”, il rientro delle capre dall’alpeggio, si è celebrata domenica 15 settembre per le strade di Cavalese. Accompagnati dai pastori gli animali, ornati con corone di fiori, sono stati i protagonisti di un appuntamento legato alla tradizione ma anche ultima attrazione al termine di una estate positiva per il comparto turistico. Oltre trecentocinquanta capre hanno attraversato il centro abitato guidate dai loro pastori, in un contesto fatto di musicisti, figuranti e personaggi con il compito di rievocare i mestieri di un tempo.

Un modo per riscoprire e comunicare la propria identità in un mondo che tende a omologare e rendere tutto uguale. Non è mancato il mercatino, accolto in simpatiche casette di legno, con specialità gastronomiche e prodotti di nicchia come formaggi di capra, burro, ricotta, miele di montagna. Nei vari ristoranti sono stati proposti menù a chilometro zero mentre per i più piccoli sono stati programmate occasioni di gioco e apprendimento.

La festa con uno splendido sole ha rasserenato gli animi degli organizzatori che nelle ultime settimane hanno avuto dovuto far fronte a due contrattempi: le proibitive condizioni meteo del precedente fine settimana con neve in montagne e gli attacchi dei grandi carnivori.

“Tra il 2 e il 3 di agosto – ci spiega al telefono Alberto Nones, presidente della società caprina Val di Fiemme – abbiamo subito la predazione del lupo. Due capre sono state uccise mentre altri due capi sono andati dispersi. È la prima volta che subiamo un attacco e devo dire che questo ha molto colpito i pastori e i proprietari delle capre”.

Prudenzialmente, prosegue Nones, gli animali sono stati portati anticipatamente a bassa quota ma ci è voluto del tempo per ritrovare tranquillità e recuperare i valori normali di produzione di latte . “È vero che l’ente pubblico rifonde il valore del bestiame abbattuto ma per un allevatore il valore del proprio capo a volte non è quantificabile”, sottolinea il presidente della società caprina Val di Fiemme. “Ora ci si è messo anche l’orso che ha colpito alcuni bovini in una malga vicina. Utilizziamo recinti elettrificati per proteggere le greggi durante la notte ma quando gli animali sono inquieti spesso le barriere vengono abbattute e i capi dispersi. Non ho nulla contro i predatori – conclude Alberto Nones – ma anche noi abbiamo il diritto di vivere e lavorare in serenità”.

Le capre di Fiemme attualmente pascolano ancora nella zone più basse della valle poi saranno riconsegnate ai proprietari per l’inverno. Alla fine di maggio riprenderanno la strada della montagna, prima nei pascoli lasciati liberi dalla neve, per spingersi poi in alto nelle aree di Malga Agnelezza.

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