È nata un anno fa per iniziativa della Provincia autonoma di Trento. È la banca dei terreni incolti (o Banca della Terra), una sorta di censimento di appezzamenti pubblici e privati che i proprietari mettono a disposizione di chiunque desideri rimetterli in produzione.
Uno strumento per contrastare l’abbandono delle produzioni agricole e favorire il ricambio generazionale, che la Comunità di Valle della Vallagarina ha deciso di pubblicizzare. Il primo incontro, organizzato per raccontare e spiegare ai diretti interessati come funziona questo meccanismo, sarà venerdì 16 marzo a Terragnolo nella sala civica Mattuzzi di Piazza. In un Comune dove, secondo gli studi dell’Osservatorio del Paesaggio della Provincia, il 70% dei terreni è abbandonato.
«Abbiamo organizzato una serie di incontri per valorizzare l’utilizzo di questo strumento – sottolinea Mauro Mazzucchi, l’assessore all’Ambiente della Comunità della Vallagarina -. Siamo partiti proprio da Terragnolo perché è questa l’area che presenta più campi incolti in tutto il Trentino. Da una parte i suoi terrazzamenti sono scomodi, difficili da vendere, e dall’altro lato parliamo di pezzi di terra molto piccoli e con tanti proprietari diversi».
All’origine del progetto c’è anche l’idea di offrire una possibilità ai giovani agricoltori, che spesso faticano a trovare i fondi per permettersi un appezzamento. A tal proposito anche Coldiretti ha approfondito il fenomeno del ritorno alla terra under 30: “L’Italia è leader in Europa per numero di giovani in agricoltura – sottolinea la Confederazione -, ma insieme alla burocrazia e all’accesso al credito, la disponibilità dei terreni rappresenta il principale ostacolo alle aspirazioni dei tanti giovani che vogliono lavorare in agricoltura. Il costo dei terreni è in media superiore a quello di Germania e Francia”.
La Banca della Terra nasce infatti, come spiega la Comunità della Vallagarina, con la finalità di raccordare fenomeni di abbandono e mancata coltivazione con l’esigenza di facilitare il reperimento sul mercato fondiario di superfici per l’avviamento di nuove imprese agricole. Spetta poi infatti alle stesse Comunità, nell’ambito degli studi propedeutici alla formazione del proprio Piano territoriale, effettuare un censimento dei terreni abbandonati o incolti, nonché delle aree forestali da riportare all’uso agricolo presenti nel proprio territorio, anche con l’aiuto dei Comuni interessati. Anche altri soggetti, quali i consorzi di miglioramento fondiario per conto dei propri associati, le organizzazioni professionali agricole, i liberi professionisti abilitati in materia agraria e forestale, possono chiedere di inserire nella Banca della Terra altri terreni che abbiano i requisiti richiesti. Di tutto ciò se ne parlerà a Terragnolo con l’Assessore all’Ambiente della Comunità della Vallagarina Mauro Mazzucchi, il sindaco di Terragnolo Lorenzo Galletti, Marta Da Vià, dirigente provinciale del dipartimento Ambiente e Agricoltura, Diego Bleggi, direttore Ufficio Agricolo periferico di Rovereto e Gian Antonio Tonelli, direttore Ufficio Tecnico per l’Agricoltura di montagna.
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