Non si è fatta attendere la risposta del Comitato Vicini al Lagorai, nato da circa un anno con l’intento di salvaguardare l’ambiente naturale del Lagorai, a partire dalla riqualificazione dell’omonima malga, alle parole del consigliere provinciale Pietro De Godenz, che aveva difeso il progetto. “Non possiamo pretendere che il Lagorai sia un parco o una riserva per pochi. Se vogliamo costruire un progetto turistico alternativo, occorre creare anche il prodotto di riferimento”, aveva detto De Godenz nell’ambito della seconda commissione legislativa provinciale, senza però convincere gli ambientalisti.
“Esistono decine di località nelle nostre valli dove è possibile trovare passeggiate semplici, appoggio per disabili, bar, ristorazione e addirittura parchi giochi. Esistono offerte per ogni livello di esperienza montana a bassa, media e alta quota. Perchè forzare la mano cercando di “vendere” il Lagorai, condannandolo ad un progressivo snaturamento?”, si chiede il Comitato Vicini al Lagorai, evidenziando il timore che la notorietà di cui gode la Translagorai negli ultimi anni stia diventando motore di nuove idee imprenditoriali discutibili e, ripetiamo, non necessarie all’economia della valle.
“Chiunque deve avere il diritto di concedersi un’avventura fuori porta per godersi la natura o fare esercizio fisico – prosegue la riflessione del Comitato -. Il problema inizia quando, senza accettare i nostri limiti, pretendiamo che le infrastrutture o la tecnologia ci facciano arrivare ovunque. Sul Lagorai non esistono mete alpinistiche particolarmente prestigiose, ma centinaia di itinerari composti da sentieri, tracce appena segnate o mulattiere della Grande Guerra. Per godere dell’unicità di questo paradiso è sufficiente attrezzarsi con la dotazione minima richiesta per ogni escursione in montagna ed informarsi sui sentieri e le vie d’accesso, scegliendo itinerari adatti alle proprie capacità”.
Altro tema non secondario, secondo il Comitato, è quello del rispetto per la montagna: “È ormai chiaro che dove arrivano tante persone è impossibile garantire una sana frequentazione dei luoghi. Se l’accesso ad una località di montagna è semplice e sono garantiti certi servizi, diventa impossibile limitare l’afflusso di gitanti maleducati. Un problema grave riguardo a questo tema sono prati e boschi usati come gabinetti. Ci chiediamo quindi come facciano i nostri amministratori a promettere che Malga Lagorai non sarà interessata da fenomeni di questo tipo. E come possano giurare che lago, torbiera e le zone limitrofe non saranno rovinate dalla maggiore affluenza di persone”.