Arrivano dal Trentino i primi mirtilli residuo zero italiani, che alla raccolta, non presentano residui derivati dall’impiego di fitosanitari, nel pieno rispetto di quanto previsto della normativa vigente.
Prodotti dalla Sca Sant’Orsola, i mirtilli residuo zero provengono esclusivamente dai campi siciliani e calabresi dei suoi soci che coltivano su più di 50 ettari mirtilli giganti americani di varietà diverse, ma sono figli della continua attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo per l’innovazione praticati da 18 periti ed agronomi dello staff tecnico stabile della Sant’Orsola, al lavoro nel Campo sperimentale situato sull’Altopiano della Vigolana in Trentino, a 700 metri di quota.
“Il progetto ambizioso del mirtillo residuo zero – spiega Matteo Bortolini, direttore generale della Sant’Orsola – vuole esaudire il crescente desiderio dei consumatori di acquistare frutta sempre più salutare e risponde alla volontà della nostra Cooperativa di garantire la completa sostenibilità della filiera produttiva”.
Il cammino verso la certificazione residuo zero è iniziato da alcuni anni, scegliendo le aree italiane più adatte ai particolari e precisi metodi di tutela e difesa richiesti, formando appositamente i soci della Cooperativa e garantendo loro continua e puntuale assistenza da parte dello staff di tecnici esperti di cui si avvale, incontrando disponibilità e sensibilità verso il progetto. Il rigoroso e specifico disciplinare di produzione concordato garantisce allo stesso tempo il socio produttore, la difesa delle coltivazioni, il livello elevato della qualità dei mirtilli, il consumatore ed il brand della Cooperativa.
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