Sabato scorso, al teatro di Larido di Bleggio superiore, sui luoghi dove don Guetti ha perlopiù operato come prelato delle parrocchie locali, la Fondazione ha presentato il primo passo della ricerca che si concluderà nell’aprile prossimo dopo un anno e mezzo di lavoro. “Don Guetti ha fatto molto”, ha detto in apertura il presidente della Fondazione Fabio Berasi. “Ha fatto nascere cooperative, associazioni e anche l’ospizio di Santa Croce. Partire dal suo esempio può essere utile anche oggi”.
Il progetto, come affermato dalla vicepresidente Alessandra Piccoli, è nato con l’obiettivo di far conoscere i primi anni di vita del movimento attraverso i numerosi scritti del suo fondatore, sparsi in vari archivi del Trentino, che saranno resi usufruibili da parte di tutti. “Don Guetti ci ha lasciato una eredità fatta di solidarietà, trasparenza, sobrietà e attenzione ai deboli”, ha detto il presidente della Cooperazione trentina Mauro Fezzi. “Noi dovremmo essere capaci di trasferire questo lavoro interpretando i bisogni di oggi. Mi auguro che i giovani possano portare nuova vitalità al movimento”.
Realizzato con il contributo della Fondazione Caritro e della Comunità delle Giudicarie, e con il patrocinio di molti enti cooperativi e non, il progetto “I frutti del cooperare” finora ha potuto realizzare un censimento di circa 570 documenti conservati negli archivi di cooperative, parrocchie, presso l’Archivio diocesano, l’Archivio di Stato ed altri enti. Sono state digitalizzate circa duemila pagine di documenti e avviato l’inventario dell’archivio storico della Federazione. Un lavoro molto delicato e specialistico realizzato dalla cooperativa sociale Kinè di Trento coordinato dalle archiviste Martina Mancinelli per la Kinè e da Flavia Caldera per la Fondazione.
Alla ricerca hanno partecipato anche alcuni studenti dell’istituto don Guetti e del Liceo classico Prati di Trento coinvolti con un progetto di alternanza scuola-lavoro. Sono stati presi in considerazione 27 archivi, 17 dei quali conservano documentazione di don Guetti; 543 documenti e 47 registri censiti e digitalizzati. Sono atti autografi, lettere, carteggi e documenti che si riferiscono all’attività guettiana, registri di conto e anagrafici. Nel progetto sono coinvolti in modo particolare l’archivio diocesano, che sovrintende anche a tutti gli archivi parrocchiali sul territorio, e l’Ufficio beni archivistici della Soprintendenza dei beni culturali della Provincia autonoma.
La ricerca è in pieno svolgimento, ma già si può togliere il velo su alcuni aspetti finora poco conosciuti della vita di don Lorenzo Guetti. Il progetto ha coinvolto alcuni studenti, Giovanni Rocca, Arianna Garollo e Laura Defrancesco, che questa estate hanno potuto esaminare e archiviare documenti originali scritti di proprio pugno dal fondatore della cooperazione trentina. “Abbiamo scoperto un inedito diario di don Guetti scritto tra il 1888 e il 1893 – afferma il ricercatore storico della Fondazione e coordinatore della ricerca Giorgio Corradi – in cui si scopre una vena imprenditoriale molto forte in don Lorenzo. Egli agiva da imprenditore, ottenendo dai fornitori il miglior prezzo possibile”.
Un esempio di questa mentalità si rileva nel 1887, quando una grande gelata ha distrutto gran parte del raccolto. “Utilizzando il sussidio pubblico stanziato per sostenere in parte i contadini rimasti senza cibo e senza reddito – continua Corradi – egli propose che con quei quattrini fosse comprata della farina al mercato di Riva del Garda, e allo scopo fondò l’associazione ‘Stenico ’80 Giuseppe Zorzi’ attraverso la quale venne distribuita la farina a tutti contadini, in maniera equa e a prezzo moderato”.
Furono “prove tecniche” di cooperazione, dalle quali pochi anni dopo nacque la prima cooperativa “ufficiale” nel 1890.
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