Sono stati comunicati pochi minuti fa i dati relativi al monitoraggio dell’Istituto superiore della sanità rispetto all’andamento della pandemia nelle regioni e provincie autonome italiane.
Per l’Iss è “netta l’accelerazione nell’aumento dell’incidenza a livello nazionale rispetto alla settimana precedente (194,87 per 100.000 abitanti contro 145,16 per 100.000 abitanti” e, afferma il presidente dell’Istituto Brusaferro, “si rende necessaria l’adozione tempestiva di misure di mitigazione a livello nazionale e anche a livello regionale”.
Guardando ai dati, se l’Rt nazionale passa dallo 0,99 registrato 7 giorni fa a 1,06, quello relativo alla Provincia di Trento rimane stabile all’1,1, sotto la soglia che determina l’entrata in “zona rossa”.
Preoccupa però la forte incidenza dei contagi, che vede il Trentino al primo posto nazionale con 385,02 casi per 100.000 abitanti, ben oltre il limite dei 250 considerato il livello d’allarme, così come la pressione dei posti in terapia intensiva, nella nostra provincia al 51%. Dati che evidenziano una situazione molto complessa, per cui, nonostante un Rt da “zona arancione”, anche per il Trentino la cabina di regia chiede misure più restrittive, che eventualmente si concretizzeranno nelle prossime ore.
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