“Tanto donarono a questa comunità”

Il monumento dedicato alle donne lavoratrici
Domenica 27 agosto, nel piccolo comune di Magasa in Valvestino (120 abitanti), grande festa per l’inaugurazione del monumento dedicato alle donne lavoratrici della Grande Guerra. È stato realizzato dallo scultore Angiolino Haime di Salò e posto all’inizio del paese dove l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Federico Venturini ha realizzato il nuovo parcheggio pubblico.

Lassù, nel borgo montanaro, che fino al 1934 era Trentino, in una splendida giornata di sole si sono raccolte autorità civili e militari davanti a un numeroso pubblico per rendere prima omaggio, indistintamente, ai caduti delle due guerre e poi scoprire il monumento bronzeo benedetto dal parroco don Franco. A rimarcare i momenti più importanti, la Fanfara alpina di Riva del Garda diretta dal maestro Mario Luterotti.

La targa ricordo posta vicino al monumento recita: “Nel centenario della Grande Guerra Magasa ricorda le sue eroiche donne che tanto donarono a questa comunità”. A scoprirla l’alpino più anziano del paese Serafino Venturini, classe 1920, che non si è sottratto a fotografi e alle telecamere.

Tra gli altri interventi, nel suo commovente discorso il sindaco Venturini ha ricordato le donne della Valvestino che nel periodo della Grande Guerra furono requisite, incamerate come operaie dall’esercito italiano per costruire strade e fortini, portando dal fondo valle pesantissimi carichi di sassi, sabbia e cemento lassù a Cima Tombea e oltre per costruire le fortificazioni italiane.

I mariti e i giovani erano tutti in guerra, molti sul fronte russo e in valle c’erano solo anziani e gente inabile al lavoro. In quella gerla che raffigura il monumento con la donna stanca, piegata in avanti, c’è racchiusa tutta la fatica di quelle donne sconosciute e mai ricordate.

La piazzetta antistante alla chiesa di Magasa, recentemente è stata dedicata al parroco fiavetano don Luigi Festi che per 30 anni si prese cura dei suoi parrocchiani. Il sacerdote si batté ancora dagli inizi degli anni ’50 perché fosse realizzata la galleria che congiungesse la Valvestino con la Valle del Chiese. Il suo sogno si sta avverando e la stessa verrà intitolata a suo nome.

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