“Ma voi non ce l’avete una mamma?”. Con questa frase, pronunciata in tono scherzoso ed affettuoso, padre Giuseppe Bagattini, sacerdote rosminiano originario di Condino, dopo lunghi momenti passati assieme, apostrofava i tanti ragazzi e bambini che felici di stare in sua compagnia non accennavano ancora a lasciarlo.
Ecco, oggi, sono davvero tante le classi di bambini e ragazzi, ormai adulti, conosciuti da padre Bagattini nei suoi anni di sacerdozio e come collaboratore o direttore di collegi rosminiani in diverse parti d’Italia, che piangono la sua scomparsa, avvenuta nell’ospedale di Verbania, in Piemonte, lo scorso 13 febbraio a causa del Covid.
Padre Bagattini, 85 anni compiuti lo scorso 17 gennaio, era nato a Terragnolo, dove il papà da Condino negli Anni ’30 si era trasferito con la moglie Matilde e la famiglia per lavorare come segretario comunale. La famiglia si era poi trasferita a Raossi di Vallarsa per restarvi fino al 1946, quando i Bagattini erano tornati definitivamente al paese d’origine.
Quand’era alle elementari a Raossi, Giuseppe, su consiglio della maestra che intravvedeva in lui una persona capace di relazioni, aveva deciso di entrare nell’istituto dei Padri Rosminiani. Ordinato sacerdote nel 1967, dopo alcuni anni passati nella cura dei giovani studenti nei collegi rosminiani, padre Giuseppe ha trascorso quindi venti anni in Sicilia nella zona della valle del Belice, Trapani, Valderice e Castelvetrano collaborando in diverse parrocchie, dove era attivo in particolare nella formazione e animazione dei giovani (campeggi scout e tante altre iniziative per ragazzi).
Molto benvoluto, a sua volta si trovava tanto a suo agio che da allora si definiva “siculo-trentino”. Il suo carattere aperto, scherzoso, di compagnia erano il suo biglietto da visita. Tuttavia era anche persona saggia, cercata per la sua capacità di dare buoni consigli (“dietro qualche chiacchierata più intima di altre riusciva a confessare anche al bar”, dicono i nipoti).
Dopo l’esperienza siciliana padre Bagattini è stato quindi trasferito in Piemonte, dapprima a Stresa e Torino, e quindi presso la Sacra di San Michele, l’abbazia monumento simbolo del Piemonte, all’imbocco della val di Susa. Qui padre Giuseppe ha trascorso altri vent’anni della sua vita fino a diventarne rettore. Da ultimo si è ritirato presso la struttura che i Padri Rosminiani posseggono sul lago Maggiore a Stresa.
In tutto questo suo efficace peregrinare al servizio delle persone nelle strutture rosminiane sparse in Italia padre Giuseppe quando poteva tornava volentieri a Condino, dove aveva mantenuto un rapporto molto forte in particolare con i suoi coscritti. Dai condinesi era amato per le sue prediche domenicali brevi e ricche di aneddoti divertenti e legati sempre alla vita reale. Il Covid lo ha colto un paio di settimane fa. Le sue condizioni si sono purtroppo subito aggravate fino alla sua morte, avvenuta nella serata di venerdì sorso. Il suo ricordo rimane vivo nel cuore delle tante persone che lo hanno conosciuto.
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