Tra le professioni in prima linea non solo in questi tempi di emergenza sanitaria, ma da sempre, nei servizi territoriali di Comuni e Comunità di valle, ma anche all’interno dell’Azienda sanitaria, nel Servizio dipendenze e alcologia, tra le corsie dell’ospedale e delle case di riposo, c’è quella degli assistenti sociali, figure fondamentali al fianco di chi è fragile e, di conseguenza, meno tutelato e più esposto ai rischi.
Nonostante l’importanza del loro ruolo però, l’Ordine regionale degli assistenti sociali denuncia in questi giorni una scarsa attenzione da parte delle istituzioni, nello stilare il piano vaccini, che per ora non contempla gli assistenti sociali tra le professioni a cui dare priorità: “A oggi l’unica assistente sociale vaccinata sono io, che ho ricevuto la prima dose il 13 gennaio insieme ai presidenti degli Ordini delle professioni sanitarie e sociali aderendo senza esitare alla campagna di sensibilizzazione perché convinta che vaccinarsi significhi assumersi una responsabilità nei confronti della collettività – fa sapere la presidente dell’Ordine Angela Rosignoli – il mio auspicio è che, come si è già provveduto a vaccinare i colleghi delle professioni sociosanitarie, venga fatto altrettanto con gli assistenti sociali affinché siano messi nelle condizioni di poter riallacciare le relazioni con la cittadinanza più fragile e più colpita dal virus”.
A preoccupare Rosignoli anche il mancato coinvolgimento degli assistenti sociali nel Consiglio sanitario provinciale riunitosi nei giorni scorsi: “È vero che la legge che lo istituisce prevede la presenza al suo interno solo di rappresentanti delle professioni sanitarie, ma alle ultime due sedute, alle quali avevamo partecipato – sottolinea – era stato sostenuto da parte di tutti i presidenti degli Ordini delle professioni sanitarie il nostro coinvolgimento, convinti del fatto che non considerare il sociale l’altra gamba della salute sia miope “.
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