Edith Roat fa rivivere gli schianti di Vaia: “Ogni ciocco è una scoperta…”

Edith Roat nel suo laboratorio

“Larice, abete, ciliegio, melo… Ogni tipo di legno ha una sua fibra e una tecnica di lavorazione diversa. Perciò avere un ciocco in mano è ogni volta una scoperta”. Edith Roat, classe 1986, viene da Tenna e lavora in una tipografia, ma nel tempo libero coltiva la sua passione per l’artigianato. “A casa mia il legno c’è sempre stato e io ci ho sempre ‘giocato’, sin da quando ero piccola, perché mi piace molto tutto ciò che ha a che fare con la manualità”, racconta.

Dopo la tempesta Vaia sono nati molti progetti per recuperare il legname schiantato; prendendo spunto da queste iniziative, Edith ha deciso di dedicare più tempo alla sua passione per la lavorazione del legno. Alla fine del 2019, quindi, ha aperto una pagina Facebook, “Edith Handmade”, dove pubblica le foto degli oggetti in legno a cui dà vita. “Ci è voluto un anno prima che imparassi a lavorarlo abbastanza bene”, precisa. “Ho seguito un corso di tornitura del legno a Sant’Orsola, tenuto dal grande maestro e professionista Ruggero Pallaoro”.

Una delle creazioni di Edith Handmade

Edith usa il legno d’abete e di larice che si è schiantato a seguito di Vaia, ma anche tasso, tiglio, ciliegio, melo e pero. “In futuro – aggiunge – mi piacerebbe provare a lavorare il legno di iroko, che è un materiale speciale”. Si tratta infatti di un legno massiccio proveniente dall’Africa equatoriale che, nonostante la sua durezza, si lascia lavorare abbastanza facilmente ed è molto resistente all’acqua e all’umidità. Crea soprattutto piccoli oggetti, come portacandele, ciotole, candelabri, portachiavi e vasi. Prima del Covid organizzava dei mercatini per venderli. Adesso, invece, realizza alcuni oggetti su commissione. “Se qualcuno mi chiede di fare qualcosa di diverso rispetto al solito – spiega – mi metto in gioco e, prendendomi un po’ di tempo, riesco, come si suol dire, a esaudire ogni desiderio”.

Dopo più di un anno di lavoro, la casa di Edith è diventata un vero e proprio cantiere. “Creo degli oggetti che inevitabilmente si ammucchiano”, ammette ridendo. A giugno, quindi, le è venuta l’idea di utilizzare alcune delle sue creazioni per offrire un momento di svago alla comunità, in particolare ai bambini. Ha organizzato una caccia al tesoro a Tenna, nascondendo degli gnomi di legno lungo il percorso che, dal paese, porta alla chiesetta di San Valentino. Si è trattato di una prova, come spiega Edith, che in futuro vorrebbe realizzare altre iniziative simili.

Edith ha ricevuto tante dritte per la lavorazione del legno anche dall’arciere Celestino Poletti di Cei. L’ha conosciuto in occasione delle rievocazioni medievali a cui partecipa, organizzate dalle associazioni “Arcieri Storici de Persen” e “Decima” di Cei. “Vestiti e arco non sono mie creazioni – conclude – ma in compenso preparo cintola, fermacapelli, tasche di cuoio, coltello, e in generale tutti gli accessori dei costumi che indosso per le rievocazioni”.

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