Ha fatto registrare quasi 1500 adesioni in un giorno la petizione lanciata dall’Associazione De Gaspari per chiedere alla Provincia di fare marcia indietro sulla proposta dell’assessore all’istruzione Bisesti di esternalizzare le “attività di interscuola comprensive della sorveglianza e della fruizione del servizio di mensa” all’interno delle scuole.
Lo scopo del provvedimento, spiega l’associazione composta da genitori, insegnanti ed ex-alunni della scuola elementare De Gaspari di Trento, non è né pedagogico né didattico, bensì “meramente di risparmio economico, già quantificato nell’ordine di dieci milioni di euro annui che cancellano 300 maestre dalla scuola primaria sostituendoli con educatori presi da cooperative”. Un risparmio economico che non fa però i conti con la ricaduta educativa che avrebbe l’iniziativa della Giunta, già approvata con la modifica del comma 3 dell’articolo 61 della legge provinciale sulla scuola 2006, introdotta dalla legge collegata alla manovra di bilancio 2021.
Gli effetti immediati dell’esternalizzazione del servizio mensa sarebbero infatti quelli di una ulteriore frammentazione dell’orario scolastico, oltre che ripercussioni burocratico/assicurative e del rapporto con le famiglie degli alunni, spiegano i promotori della petizione, puntualizzando che “in quelle ore di pausa dalle lezioni le maestre favoriscono il rispetto delle regole di convivenza, quando bambini e bambine giocando tra loro sviluppano le loro capacità relazionali sotto la loro guida autorevole; quelle stesse maestre mediano la gestione dei quotidiani conflitti tra pari, intervengono a consolare le malinconie dei più piccoli, aiutano a rialzarsi chi è caduto, fanno educazione alimentare quando chiedono ai bambini di assaggiare il cibo”.
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