Il podcast può essere un utile strumento di comunicazione tra generazioni. Anche e soprattutto in questo tempo di pandemia. Ne è convinto un gruppo di ragazze e ragazzi della Clarina che, da qualche mese, ha cominciato a pubblicare su YouTube alcuni brevi audio racconti sul proprio quartiere.
“È stato un anno particolare e la sfida principale è stata sicuramente quella di cercare gli strumenti adatti per riuscire a coinvolgere e tenere attivi i nostri giovani, creando comunità e occasione di scambio in un momento dove tutti erano in difficoltà”, spiega Silvia dell’associazione Noi San Carlo. Così è nato “Clarcast. Persone, storie e idee della Clarina”: tre le puntate finora online, curate da una giovanissima e frizzante redazione. C’è chi ha messo a disposizione la strumentazione professionale, chi si occupa di contattare gli ospiti, chi realizza le interviste e le diverse rubriche (si parla anche di cucina!), chi edita i pezzi, chi completa il montaggio.
“Per creare una puntata servono una quindicina di giorni, durante la settimana ci troviamo in video conferenza per scegliere gli argomenti, poi ci informiamo sulla disponibilità delle persone che verranno in oratorio a registrare, naturalmente a scaglioni”, ci racconta Alice, 16 anni, che sta sfruttando questa opportunità anche per svolgere l’alternanza scuola-lavoro. “Stiamo cercando di mettere a confronto diverse generazioni, dando voce alle persone che abitano il nostro quartiere e alle diverse realtà che lo animano: ci viviamo da anni – prosegue – ma, anche confrontandoci con i nostri coetanei, ci siamo resi conto che tante cose ancora non le conosciamo”. Anche Beatrice, sua coetanea, ha accettato di buon grado l’invito dell’associazione Noi e si è messa in gioco. “È stato bello scoprire come era il quartiere mezzo secolo fa, quando è nato, ma soprattutto sentirselo raccontare da una testimone diretta”, sottolinea la giovane.
Puntata dopo puntata, vengono a galla storie e aspetti nascosti di questo popoloso barrio cittadino. Facile (e piacevole…) ascoltarli per chi i social se li porta sempre in tasca – una pagina Istragram, molto attiva, annuncia l’uscita dei nuovi contenuti – un po’ meno per chi con gli strumenti digitali dimestichezza proprio non ne ha. “Non tutti, all’inizio, sapevano dove trovarci”, sottolineano Alice e Beatrice ammettendo l’esistenza di un divario generazionale sempre più marcato, soprattutto quando si parla di nuove tecnologie. “Per noi il podcast è uno strumento di uso quotidiano, per chi ha qualche hanno in più no: banalmente anche i nostri genitori ci hanno chiesto dove potevano ascoltarci”, continuano le due giovani. “Allora abbiamo affisso una bella locandina fuori dalla chiesa con tutte le istruzioni”, sorridono. Benedetto analogico, è proprio il caso di dirlo.
Dalle cinque persone iniziali il gruppo si è allargato a sette: assieme ad Alice e Beatrice ci sono anche Valeria, Lorenzo e Martina, tutti sedicenni del gruppo giovani. Silvia e Michele, che si occupa della parte tecnica, fanno da coordinatori. “Siamo partiti con l’idea di fare una cosa semplice, utilizzando il telefono per registrare rubriche e interviste: poi ci siamo resi conto che la qualità del suono non era quella che ci aspettavamo – tiene a precisare Beatrice – e abbiamo cercato di migliorare anche sotto questo aspetto: la speranza ora, è che i nostri podcast riescano a raggiungere più persone, che vengano conosciuti ed apprezzati. C’è dietro un bel lavoro…”. C’è da fidarsi, anche perché – non va dimenticato – questo progetto è figlio di un periodo difficile, duro, che ha segnato la vita di tutti.
“Per quanto la nostra sia una parrocchia dinamica, non è mai stato facile trovare momenti di collaborazione tra giovani e anziani”, conclude Silvia. “Paradossalmente, questi mesi ci hanno offerto però nuove occasioni di interazione tra generazioni, di dialogo, di conoscenze”. I ragazzi di San Carlo hanno saputo coglierle, si sono messi in gioco, e tra divertimento, competenza e impegno è nato “Clarcast”. E ne è valsa davvero la pena. Ascoltare per credere.
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