L’ufficio elettorale della Regione ha già fissato le regole della consultazione. La validità del referendum consultivo richiede la partecipazione, nei Comuni di Pozza e Vigo, di almeno il 40 per cento degli elettori, esclusi gli iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero. Il referendum avrà esito negativo qualora il “sì” alla fusione non raggiunga almeno il 50 per cento dei voti in ciascuno dei Comuni di Pozza e Vigo.
La validità del referendum (raggiungimento del quorum del 40 per cento) e l’esito positivo (maggioranza di voti favorevoli alla fusione) in ciascuno degli ulteriori Comuni di Mazzin e di Soraga comporterà invece conseguenze limitate al rispettivo Comune. Gli elettori di Mazzin e di Soraga non potranno dunque determinare il “fallimento” del referendum per la fusione Pozza e Vigo di Fassa, né tanto meno potranno “salvare” il procedimento di fusione. La consultazione comunque è un primo test che aiuterà a mettere ordine in una situazione piuttosto confusa.
Dopo la bocciatura, da parte delle giunte comunali costituite dopo le ultime elezioni, dell’iniziale ipotesi di creare un unico comune in Fassa ora si procede in ordine sparso. Inizialmente si parlava di tre ambiti di gestioni associate dei servizi, poi di due (alta e bassa valle). Poi è arrivato a sparigliare le carte il progetto di fusione tra Vigo e Pozza, un progetto che ha creato un effetto domino coinvolgendo 3.960 cittadini, circa un terzo della popolazione residente.
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