Sarche, zero infortuni per la cementeria di Ponte Oliveti ma quale futuro?

Sarche, le bandiere dei sindacati sventolano all’esterno della cementeria
Mille giorni senza infortuni nella cementeria di Ponte Oliveti a Sarche. È l’incoraggiante risultato a cui brinda il gruppo Heidelberg Cement salito al 96,4% del capitale di Italcementi in seguito all’Opa lanciata ufficialmente a fine agosto. “Il traguardo – si comunica in una nota aziendale – testimonia il continuo impegno sul tema della sicurezza che si concretizza grazie al coinvolgimento in prima persona di tutti i dipendenti”.

Il direttore dell’impianto entrato in produzione a metà degli anni Sessanta nel Basso Sarca spiega: “La sicurezza è di fondamentale importanza per Italcementi, ma dal 2000 l’azienda ha deciso di strutturare il proprio impegno sul tema e promuovere il progetto ‘Zero Infortuni’ con l’obiettivo di sviluppare una vera e propria cultura d’impresa in materia di prevenzione degli infortuni facendo attenzione al fattore umano e al coinvolgimento in prima persona di tutti i lavoratori”.

Oltre all’adempimento degli obblighi di legge, Italcementi ha stilato un articolato programma riguardante la sicurezza a 360 gradi accompagnato dal motto “Safety: a way of living”. L’impegno e il lavoro di squadra ripagano: nell’ultimo quindicennio la società ha decrementato dell’80% l’indice di frequenza degli infortuni e ottenuto la certificazione ambientale per tutti i siti produttivi nazionali.

Ma non è tutto rose e fiori. Sono settimane calde sul fronte del dialogo tra governo, dirigenza e sindacati dinanzi al Piano di riorganizzazione aziendale. Lunedì 3 ottobre al ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda è stata sollecitata una risposta circa la possibilità di prorogare la cassa integrazione guadagni straordinaria. Diversamente, 350 lavoratori della sede centrale di Bergamo più 225 occupati negli impianti produttivi (una sessantina del sito nel comune di Madruzzo) subiranno il licenziamento entro primavera.

I sindacalisti invitano il ministro a tenere una posizione forte nei confronti della multinazionale tedesca che ad oggi, nonostante le ampie disponibilità avanzate dal governo affinché rimanga significativa la presenza del gruppo in Italia, non ha rassicurato in merito alle priorità nella programmazione.

Il futuro a Bergamo del Centro mondiale di ricerca vacilla e il quadro della situazione si tinge di cupo. In tema di investimenti sono confermati soltanto quelli strettamente necessari all’adeguamento di due cementerie ammiraglie (Isola delle Femmine nel palermitano e Samatzai in Sardegna), mentre per i centri di macinazione (Salerno, Castrovillari e Ponte Oliveti) si vuole attendere l’esaurimento degli ammortizzatori sociali, ma a leggere tra le righe sono pronti ad abbassare le serrande senza troppi indugi.

Il governo ribadisce l’impegno diretto in questa vertenza sia per tutelare la forza lavoro occupata che per rendere appetibile gli investimenti in Italia agli occhi del colosso del cemento. Frattanto, permane la disponibilità al confronto già manifestata in sede ministeriale e si prosegue sulla via del dialogo.

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