La scuola diventa così una comunità in cui sono elaborate strategie per affrontare problemi e sfide
Promuovere sani stili di vita e la partecipazione consapevole dei giovani. Poche parole per indicare una meta complessa perseguita dal progetto Vif, la rete sociale – solidale della Scuola ladina di Fassa. Tutto nasce dalla volontà di realizzare un’alleanza tra docenti, alunni, genitori, amministratori, associazioni ed enti locali, nel tentativo di far fronte comune su tematiche come l’innovazione della didattica, il rinnovamento dei processi formativi e valutativi, collegare formazione e mercato del lavoro, unire insegnamenti disciplinari alle competenze necessarie al cittadino.
“La filosofia educativa del progetto Vif – spiega Germano Basile, docente di Italiano e Storia – si fonda su alcuni presupposti teorici ispirati al paradigma della ‘scuola progressiva’”. L’errore del modello trasmissivo, cioè quello classico dove c’è un docente in cattedra e una classe che ascolta, sta nel dare importanza formativa esclusivamente al sapere codificato dalle discipline. “La nostra idea dunque – riprende Basile – è quella di innovare puntando su progetti interdisciplinari in cui gli allievi possono svolgere esperienze prolungate e sviluppare un metodo di ragionamento per risolvere problemi”.
La scuola, prosegue l’insegnante, diventa così una comunità in cui sono elaborate strategie per affrontare in senso democratico i problemi e le sfide della società moderna. “Per i giovani c’è quindi la possibilità di mettersi in gioco con iniziative in diversi ambiti quali arte e cultura, inserimento sociale, ambiente, tutela del patrimonio culturale, partecipazione giovanile, consapevolezza europea, sviluppo rurale, politiche per la gioventù, salute, consumo di sostanze stupefacenti, tempo libero, lotta al razzismo e alla xenofobia, pari opportunità, sport, media e comunicazione”.
Il progetto Vif si fonda sulla educazione tra pari che si avvale del coinvolgimento emotivo e cognitivo del gruppo come strumento di apprendimento, alternativa alla consueta lezione frontale. Nell’educazione tra pari non è più il docente a veicolare i saperi ma sono gli alunni stessi che, mediante la reciproca relazione e lo scambio di idee, analizzano i problemi e provano ad individuare le possibili soluzioni. Quest’anno il percorso preliminare di formazione degli alunni aderenti al progetto prevede due assi tematici: le dipendenze (fumo, alcool, droga, gioco, ecc…); il secondo invece, sarà incentrato sull’affettività, sulla sessualità e sulle malattie sessualmente trasmissibili.
Tutto l’iter formativo è supportato da un team di esperti che aiuteranno gli studenti a costruire l’approccio giusto quando dovranno proporre alle classi le varie tematiche. Il corso di formazione prevede 32 ore di frequenza per gli studenti leader di gruppo e un fine settimana (19 e 20 marzo) di immersione totale nell’accogliente ambiente del polo di protezione civile di Pozza di Fassa.
“Mai come oggi – conclude Germano Basile – la scuola è impegnata in una sfida cruciale per il futuro: educare i giovani alla cittadinanza attiva e alla partecipazione. Volendo esprimere il concetto con le parole del grande psicologo e pedagogo Jean Piaget possiamo dire che l’obiettivo principale della scuola è quello di creare uomini e donne che siano capaci di fare cose nuove e non semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto”.
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