L'opera di Vittorio Casetti risale al 1954. Attualmente si trova nella sagrestia della chiesa di San Marco
Chi ricorda la pala della Madonna del Rosario con i santi Giovanni Bosco e Domenico Savio? Opera dell'artista Vittorio Casetti, di Borgo Sacco, venne collocata per l'ultima volta sull'omonimo altare della chiesa di San Marco nel 1993 e, attualmente, è custodita in sagrestia. Si tratta di un pezzo di storia di Rovereto che affonda le radici nel primo dopoguerra, anche se la pala risale al 1954, come riportano i bollettini parrocchiali di San Marco.
Il 31 gennaio si è tenuta la festa liturgica di San Giovanni Bosco (1815-1888), un tempo molto sentita anche a Rovereto per la presenza dei Salesiani, ma ora del tutto dimenticata. A Rovereto si festeggiò molto, sia in occasione della beatificazione di don Bosco (2 giugno 1929) sia per la canonizzazione (1 aprile 1934). Per quanto riguarda quest'ultima, le celebrazioni durarono una settimana e si conclusero domenica 6 maggio, quando l'arcivescovo mons. Celestino Endrici tenne in San Marco il solenne pontificale, mentre nel pomeriggio vi fu la processione con le reliquie del santo per le vie del centro storico.
Il contratto con il prof. Casetti, pittore accademico, fu stipulato alla fine di settembre del 1938. Casetti si impegnava a consegnare la pala entro il 15 aprile del 1940. Si voleva benedirla nel mese di maggio quando si sarebbe organizzata una festa speciale rivolta alla gioventù. Incombeva però il secondo conflitto mondiale: gli eventi andarono diversamente e trascorsero quattordici anni prima che l'opera fosse realizzata.
Venne inaugurata domenica 23 maggio – era la giornata mondiale dei fanciulli – del 1954. La pala fu portata in processione dall'Oratorio Rosmini fino in San Marco, dove il vescovo, mons. Oreste Rauzi, la benedisse. L'opera di Casetti era anzitutto destinata ad abbellire l'altare del Rosario con l'immagine della Vergine che tiene la corona in mano e il Bimbo in braccio; si volle poi arricchire la scena con San Giovanni Bosco, al cui fianco si trova il beato Domenico Savio, suo allievo.
Il giovanissimo beato sarebbe stato canonizzato a breve (il 12 giugno 1954), e anche nella Città della Quercia si attendeva quel grande evento che interessava la Chiesa universale. Nel bollettino parrocchiale del maggio 1954 si legge che diverse persone, dopo aver visto l'opera, avevano affermato essere “fra le meglio riuscite del pittore”, più noto per paesaggi e ritratti.
Successivamente la pala veniva esposta solo in occasione della festa di san Giovanni Bosco, collocata per quel giorno davanti alla statua lignea della Madonna del Rosario del Riflesser. Vi si celebrava la messa, al termine della quale si baciava la reliquia del santo. Tuttavia, man mano che la presenza dei salesiani in città veniva meno, anche questa tradizione era destinata a scomparire. “Negli ultimi anni, precedenti al '93, non veniva esposta sempre”, ci dice il sagrestano Silvano. Eppure Rovereto avrebbe forse un motivo per ricordare almeno un po' di più la grande figura di don Bosco, il fatto che fu amico del beato Antonio Rosmini.
Lascia una recensione