È stata consegnata nella mattinata di lunedì 2 novembre al presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder una petizione, sottoscritta da 236 cittadini, dal titolo “Protocollo Covid e infanzia: chiediamo risposte”. Il tema centrale della raccolta di firme, presentata da Mauro Dragoni, è quello relativo alle modalità nel rapporto tra i pediatri e i pazienti nell’emergenza Covid, con la richiesta che i professionisti riprendano a garantire le visite mediche.
“Troviamo inconcepibile e intollerabile che, a distanza di mesi dall’inizio della pandemia, i medici pediatri siano autorizzati a proseguire con la prognosi solo per via telefonica e le famiglie siano rimandate ai pronto soccorsi per ottenere una visita. L’utenza in età pediatrica è proprio quella più delicata da gestire in quanto fino a una certa età difficilmente riesce a spiegare verbalmente il motivo del malessere”, si afferma nella petizione, che chiede inoltre che “i medici pediatri abbiamo indicazioni ancora più chiare su quale protocollo applicare e in che modalità”.
“Tra i vari professionisti infatti si riscontrano differenze di metodo nell’individuazione dei sintomi del Covid-19 e nelle conseguenti azioni, che si riscontrano anche nelle scuole e che portano a contrapposizioni col protocollo applicato dai pediatri”, ha detto Dragoni. Nella petizione si chiede anche “una motivazione che giustifichi le diverse tipologie di tamponi effettuati sui pazienti nella medesima fascia d’età pediatrica (naso – faringeo/ solo faringeo/ solo nasale) e allo stesso tempo delle indicazioni chiare per l’uniformità delle pratiche” oltre a notizie in merito ai test salivari.
Infine, c’è il problema dei genitori costretti a rimanere a casa per assistere i figli in attesa del tampone e del risultato: su questo la petizione chiede che le assenze dal lavoro possano essere coperte dall’Inps come nel caso in cui il lavoratore risulti positivo al Covid.
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