Bar e ristoranti, il ministro Boccia impugna l’ordinanza

Fugatti impegnato con la task force anti-Covid trentina. Foto ufficio stampa PAT

Come era prevedibile non è andata giù al Governo la deroga trentina all’orario di chiusura di bar e ristoranti previsto dall’ultimo Dpcm anti-Covid. Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia ha infatti annunciato di aver impugnato l’ordinanza provinciale che sposta la serrata dei bar alle ore 20 e alle dei ristoranti alle 22, rispetto alla chiusura alle ore 18 prevista dal decreto firmato domenica scorsa dal premier Conte.

“Nel momento in cui ripetiamo che l’esigenza di anticipare l’orario di chiusura dei locali, per ridurre la mobilità dei cittadini, è stata dettata da stringenti esigenze di emergenza sanitaria nazionale, ribadiamo che le decisioni di derogare alle misure del dpcm minano i principi di uniformità di norme atti a garantire la sicurezza dei cittadini e la salute pubblica”, recita la nota del ministro Boccia, che prosegue: “È sempre possibile, come abbiamo più volte sottolineato, adottare sui singoli territori misure più restrittive. Ho trasmesso pertanto oggi la richiesta di impugnativa per i provvedimenti adottati della Provincia Autonoma di Trento. Il medesimo provvedimento sarà attivato per tutte le Regioni e le Province Autonome che decideranno di aggirare le disposizioni del dpcm. È in corso di valutazione l’ordinanza della Provincia Autonoma di Bolzano. Duole constatare, per alcune dichiarazioni pubbliche, la non completa consapevolezza della situazione sanitaria in Italia e duole ancor di più che non siano tenuti in dovuto conto i dati uniformi di rischio”.

Non si è fatta attendere la replica del presidente della Giunta provinciale Maurizio Fugatti, che ha definito l’impugnativa una prevaricazione lesiva verso il nostro territorio: “Non possiamo che prendere atto della decisione del governo, ora spetterà alle autorità competenti stabilire la legittimità o meno del provvedimento. Noi crediamo che la nostra sia un’ordinanza legittima anche perché suffragata da basi solide e scientifiche perché approvata dalla nostra Azienda sanitaria”.

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