È partito il progetto “Comunità intraprendenti”, promosso da Euricse per indagare in modo approfondito i meccanismi socio-economici e istituzionali che si trovano alla radice delle tante esperienze di auto-organizzazione in Italia che abbiano le caratteristiche di “comunità intraprendenti”, studiandone i tratti distintivi, i contesti che le generano e i principali fattori che ne spiegano la durata nel tempo.
La capacità delle comunità locali di auto-organizzarsi è tornata recentemente di attualità in seguito alla comparsa di forme organizzative innovative in settori quali le filiere di produzione e di consumo sostenibile, l’economia circolare, l’innovazione culturale e l’offerta di servizi in aree urbane e marginali. Esperienze la cui importanza è destinata a crescere, nell’ottica di risollevarsi dalla crisi seguita all’emergenza da Covid-19, ma anche per contribuire a promuovere modelli di sviluppo socio-economico più sostenibili e migliorare la qualità di vita degli abitanti dei luoghi in cui operano.
La ricerca sarà condotta attraverso un’indagine esplorativa ad ampio raggio, sfruttando la pervasività dei social network, la raccolta di materiale esistente e la realizzazione di studi di caso. Sulla pagina Facebook “Comunità intraprendenti” verranno presentati alcuni esempi emblematici e, contemporaneamente, si raccoglieranno nuove esperienze da conoscere e analizzare. Oltre ai rapporti annuali, il percorso di ricerca si tradurrà nella costruzione di un database accessibile online e in una serie di approfondimenti tematici.
Il progetto “Comunità intraprendenti” – lanciato ufficialmente l’8 ottobre con la messa on line della pagina Facebook – si distingue da iniziative analoghe perché si concentra, in un’ottica comparativa, sugli elementi innovativi delle esperienze che saranno studiate, sui fattori di contesto che le hanno generate e sulle logiche di coordinamento che permettono di portare benefici alle comunità locali. Lo scopo è offrire un’interpretazione scientifica del fenomeno che vada oltre la sola narrazione di storie di successo.
“Mentre alcune comunità si rassegnano a una condizione di marginalità, nell’attesa di essere emancipate dall’intervento pubblico, altre reagiscono e riescono ad avviare autonome iniziative imprenditoriali”, spiega Jacopo Sforzi, coordinatore del progetto. “Spesso sono iniziative a rischio, ma potenzialmente in grado di determinare significativi miglioramenti nelle condizioni di vita di chi abita quelle comunità”.
Le realtà organizzative che si riconoscono come comunità intraprendenti e fossero interessate a far parte dello studio e ad essere aggiunte al database, possono scrivere al seguente indirizzo mail comunitaintraprendenti@euricse.eu, visitare la pagina Facebook “Comunità intraprendenti” o il sito internet di Euricse, dove sarà possibile anche compilare un semplice questionario di candidatura.
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