Il Giro continua la sua risalita penetrando nell’entroterra italiano. Si lascia alle spalle la Calabria ed entra in grande stile nella Basilicata. Si arriva a Matera. Perla italiana, anche se sarebbe meglio paragonarla ai suoi Sassi. Antichissimi rioni della città Capitale della cultura 2019, che si estendono intorno e sul fondo di due solchi vallivi, plasmati dal passaggio dell’acqua. Qui con la cucina andiamo a nozze con i legumi, i cereali e i tanto rinomati peperoni cruschi, tuttavia non dobbiamo dimenticare la carne e i cosiddetti gn’mm’redd: involtini di carne, dal gusto rotondo e delizioso mentre si sciolgono in bocca e serviti come muzzùcchj (piccolo passto) accompagnando il bicchiere di vino (altro che aperitivo!).
La sesta tappa non ha tempo di soste e di aperitivi. Molto mossa nei chilometri iniziali e con un finale altrettanto nervoso. La fuga, formata dal trentino Mattia Bais, Marco Frapporti, Filippo Zanna e l’australiano James Whelan, viene braccata dal gruppo per oltre 170 chilometri, poi sarà proprio Whelan ad arrendersi per ultimo. Il finale, invece, è intenso e tutte le squadre sono attentissime a guidare i propri favoriti attraverso questa perenne salita. Nessuno si muove nel tratto al 10% ai 3 km dal traguardo, mentre nella volata finale trionfa ancora Arnaud Demare! Il campione francese parte coperto dalla volata lanciata di Fulgsang e Felline, ma il piccardo vince con un distacco infinito, netto e categorico. Maglia rosa ancora salda tra le braccia di Almeida.
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