Mori – Una folla enorme si è radunata nel cimitero di Mori per il funerale di Luca Regolini, il vigile del fuoco ventunenne precipitato domenica dalla via attrezzata Regina del lago, in val di Ledro.
La chiesa arcipretale di S. Stefano è ancora inutilizzabile per lavori e quella del Santissimo Sacramento accoglie al massimo qualche decina di persone. A dire addio al giovane moriano, invece, erano circa in cinquecento. Tanti giovani, i compagni di classe del liceo e dell'università, ma soprattutto tanti pompieri, arrivati al volante dei loro mezzi da tutta la Vallagarina.
C'erano i diciotto comandanti dei corpi locali, guidati dall'ispettore distrettuale Piergiorgio Carrara. Accanto alla bara, sulla quale era appoggiato l'elmetto di Luca, il picchetto d'onore era formato dai compagni della squadra Ctif. Sono stati i suoi colleghi, quasi tutti coetanei, a portare in spalla il feretro verso la camera mortuaria, con in sottofondo l'urlo della sirena della caserma in via Terranera.
“Doveva essere una domenica radiosa per tre esuberanti vigili del fuoco – ha esordito il parroco, don Tarcisio Guarnieri – e invece in un attimo si è fatto buio in val di Ledro, un buio che è rimbalzato fino qui, in una famiglia orgogliosa del suo Luca”.
“Ti ringrazio per avermi donato la felicità di fare splendidi giri in montagna”, ha detto il comandante dei vigili moriani, Mauro Maltauro, che era col ventunenne sulla falesia al momento della tragedia. Un dolore infinito ha sconvolto la comunità, tanto che durante la cerimonia due pompieri si sono sentiti male.
Nelle lettere di addio, tutti hanno ricordato “Regolin” come una persona buona e generosa, strappata alla vita troppo presto, quando ancora aveva tante cose da fare. I compagni del liceo hanno affidato il loro ultimo saluto alle parole di una canzone che Luca amava tanto: “Ci troveremo ancora sai, qualche splendido giorno…”.
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