Si intitola “#bielorussia:viaggiare col cuore” una delle opportunità offerte fra i vari campi organizzati dall’Unità Pastorale della Terza Sponda e promossa dall’associazione “Pace e Giustizia”. Il progetto è stato presentato venerdì scorso a Cloz. Si tratta di un campo estivo per 15 giovani di età compresa fra i 17 e i 29 anni, dal 31 agosto al 5 settembre, tra Budo Kolisovo, Gubici e Cercesk. Infine il ritorno a Minsk passando per Catin, nel cimitero dove sono sepolte migliaia di vittime sterminate dai nazisti. I giovani saranno accompagnati da due membri dell’associazione “Pace e Giustizia”, che ha alle spalle oltre vent'anni di attività.
Alla serata di presentazione sono intervenuti Lorenzo Ruffini, il primo presidente e socio fondatore, e Paola Martini, attuale presidente. Sono state ripercorse tutte le tappe della vita del gruppo; un ricordo particolare è andato a Pino Sandri e Valeria Flaim Paternoster, scomparsi, che si sono molto prodigati per quest’associazione. Sono stati ricordati i molti viaggi umanitari per aiutare le popolazioni disagiate con strutture costruite in loco. È stato proiettato anche un filmato che ha riassunto le molteplici attività intraprese dal gGruppo per portare aiuti in Bielorussia.
Al primo seguirà un secondo incontro per far conoscere le 50 famiglie che ogni anno ospitano altrettanti ragazzi bielorussi. Nel terzo e nel quarto incontro, invece, alcuni esperti illustreranno gli effetti della catastrofe di Cernobyl sulla salute delle popolazioni locali.
Il progetto non si esaurisce quest’anno, ma proseguirà l’anno prossimo quando, nell’ex Convento di Sant’Antonio ad Arsio, saranno ospitati i ragazzi di un orfanotrofio (oggetto di visita quest’anno), con i giovani coinvolti direttamente nell'attività di animazione.
“Questo progetto, voluto e sostenuto dall’associazione Pace e Giustizia, è finanziato dal Piano Giovani CAREZ”, ha spiegato Alessandro Rigatti, referente tecnico del Piano di Zona CAREZ. “I partecipanti dovranno contribuire con una spesa di 150 euro ciascuno. Solo il primo anno è finanziato da CAREZ, l’anno prossimo dovremo trovare un sistema di autofinanziamento”.
Ha concluso Paola Martini: “Il senso del viaggio è quello di toccare dal vivo i problemi e la situazione che caratterizzano a tutt'oggi l'area di Chernobyl e di poter constatare i danni e le ripercussioni che la catastrofe nucleare ha provocato, ancora a 30 anni di distanza. I partecipanti – ha detto ancora Martini – incontreranno direttamente i ragazzi che ricambieranno poi la visita nel corso del 2016. Si stabiliranno così le basi per un rapporto che riprenderà forma proprio durante la loro permanenza in Italia, l’anno prossimo”.
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