Cosa sono le cartoline, se non un antesignano del moderno Whatsapp? Oggi il loro utilizzo è molto meno frequente rispetto a una decina di anni fa, soppiantato appunto dalla famosa applicazione per il cellulare, e il loro acquisto non avviene più solamente nelle cartolerie, ma anche nel vasto mondo di internet.
Le cartoline rimangono comunque un mare di racconti, luoghi e persone. Possono essere una via per raccontare la storia di un paese, come ha deciso di fare l’amministrazione comunale di Imer allestendo a lato della strada che attraversa il paese – in via Nazionale, di fronte al teatro e all’asilo – una mostra con le cartoline d’epoca in formato grande.
L’iniziativa è partita durante il lockdown. Contattare le persone per farsi dare in prestito le cartoline stipate in soffitte e armadi era oggettivamente complicato, così la ricerca si è trasferita online su alcuni siti di aste dove, con grande sorpresa, le cartoline del paese di Imer abbondavano. Dai pochi spiccioli fino ai trenta euro, ce n’erano di tutti i gusti. In alcuni casi il compratore ha dovuto desistere, visti i prezzi troppo elevati.
Altre cartoline sono poi state recuperate, non appena la situazione epidemiologica lo ha consentito, attraverso amatori e fotografi della valle di Primiero. Le missive, come dicevamo, raccontano molto. Troviamo paesaggi da cartolina, immutati nel tempo nel caso dell’alta montagna, trasformati dall’uomo nel corso degli anni soprattutto se si pone lo sguardo sui centri abitati. Ci sono poi i francobolli, traccia di storie di imperi e di Stati, le calligrafie di un tempo e le confidenze di chi scriveva, tutt’altro che private. Immaginate che un nostro messaggio o una nostra foto, inviati tramite Whatsapp, vengano visti da qualche estraneo…
Il lavoro di ricerca, acquisto e restauro digitale delle cartoline è stato condensato nei 27 pannelli ora in mostra, che raccontano gli anni pionieristici del fenomeno turistico a Imer tra gli anni ’50 e ’60 (ma anche prima) attraverso un percorso che comincia con l’ingresso nella valle di Primiero – una cartolina mostra Ponte Serra, località che in realtà si trova in territorio bellunese, ma che evidentemente una volta veniva identificata come nei dintorni del soppresso Comune di Mezzano-Imer – e prosegue su e su mostrando la frontiera di Pontet (che oggi delimita il confine tra Trentino e Veneto), la frazione dei Masi e i resti delle baracche della guerra, il Passo Gobbera, il centro del paese e la val Noana.
Un po’ tutti i luoghi iconici di Imer, insomma, ma anche posti assolutamente “normali” come semplici case, segno che in passato piacevano anche cose diverse rispetto ad ora. All’interno della mostra non manca un piccolo “giallo”: è il mistero delle Pale scomparse, un plagio ad opera di un editore veneziano, che ha preso una foto del paese con le Pale di San Martino sullo sfondo e l’ha ristampata senza montagne. Il motivo è sconosciuto, il mistero resta irrisolto. In fondo le cartoline mica raccontano proprio tutto.
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