Le sfide e i cambiamenti del settore turistico. Ne parliamo con Luca Libardi, presidente dell'Asat, l'Associazione Albergatori e Imprese Turistiche della Provincia di Trento
È il secondo mandato alla presidenza dell’Associazione Albergatori e Imprese Turistiche della Provincia di Trento, Asat, per Luca Libardi, confermato il 13 maggio scorso dal consiglio direttivo. In più di 25 incontri sul territorio, sono stati nominati i presidenti dei direttivi territoriali dell’associazione e il nuovo consiglio provinciale, composto da 54 membri. Oltre il 30% sono donne. “Non poteva essere che così, perché l’apporto del sesso femminile all’interno dell’ospitalità trentina è determinante”, spiega orgogliosamente Libardi. “Le nostre, infatti, sono prevalentemente imprese familiari, e le mogli hanno una sensibilità particolare nell’ambito dell’accoglienza”.
Libardi, quali sono le sfide future e le prospettive del settore turistico?
Il tema che oggi ci preoccupa di più è lo scarso margine di redditività delle nostre imprese. Se, da una parte, il turismo trentino è riuscito a mantenere livelli di presenze pari agli anni scorsi, il margine è sceso parecchio. Di conseguenza, sicuramente, nei prossimi anni, l’impegno preciso da parte dell’associazione sarà quello di rafforzare la piattaforma promozionale, per essere più presente sui mercati e presidiarli meglio, al fine di incrementare da una parte l’indice d’occupazione, ma, dall’altra, trovare anche margini diversi con una politica di pricing un po’ più robusta rispetto al passato.
A fianco di questo, poi, ci sono tutti i problemi legati alla rappresentanza sindacale, ad un confronto fecondo, anche per ciò che riguarda l’apporto di idee e programmi, con la parte pubblica. Un’attività di sana lobbying da parte nostra, nei confronti non solo del governo provinciale, ma anche delle comunità del territorio.
Terzo ambito è quello dei servizi ai soci…
Oggi, il carico burocratico-amministrativo sta diventando veramente pesante, e i nostri associati ci chiedono un’assistenza continua e puntuale. Siamo già attrezzati molto bene, e dovremo indubbiamente attrezzarci ancora meglio per il futuro.
Per quale motivo il settore alberghiero è stato meno colpito, rispetto ad altri, dalla crisi?
È una questione di realtà: il turismo, sia a livello europeo sia a livello mondiale, cresce a un ritmo del 7-8% l’anno. Il fare vacanza è diventato un bisogno primario. Non è più come una volta, un’esperienza riservata ai cosiddetti ricchi, ma è un’esperienza abbastanza trasversale, e di conseguenza siamo in un contesto che crescendo può dare ancora grandi risposte.
Quali sono i punti di forza dell’offerta turistica trentina, rispetto ad altre località?
Innanzitutto, il paesaggio di altissima qualità. La comunità trentina ha cercato, pur con qualche scivolone, di mantenerlo tale, e le scelte che sono state fatte nei decenni scorsi – in primis un’attenta programmazione urbanistica non solo da parte dell’ente pubblico, ma anche dei trentini stessi – ci hanno permesso di avere un territorio che può essere particolarmente interessante per l’ospite che arriva da noi.
Dall’altra, una cosa che ci viene riconosciuta sovente è proprio il fatto che l’ospite, quando arriva in Trentino, non si sente un numero, ma si sente accolto dalla comunità e dall’albergatore. E questa, rispetto ad altri competitors, va spesa come un’opzione interessante. Proprio la settimana scorsa abbiamo ricevuto un prestigiosissimo riconoscimento da parte di Trivago: il Trentino Alto Adige è stato premiato per la migliore ospitalità alberghiera italiana.
Come e in che direzione è cambiato il turismo con l’utilizzo di Internet?
Il primo grande cambiamento sono stati i voli low cost, perché, fino a qualche decennio fa, volare costava, e quando costava poco era solo per il corto raggio. I voli low cost hanno creato la possibilità di confrontarsi con l’offerta turistica di tutte le realtà europee e del bacino del Mediterraneo, e hanno fatto sì che le opzioni di scelta per l’ospite siano molto più vaste rispetto al passato. Da parte nostra, c’è quindi il bisogno di irrobustire la nostra presenza e la nostra partnership con gli aeroporti di riferimento, stante il fatto che per il Trentino, ovviamente, non possiamo pensare ad un aeroporto di destinazione.
E poi c'è la rete che permette all’utente di avere una percezione immediata dell’offerta turistica, consentendogli di condividere esperienze di viaggio e di vacanza.
I social network ne sono una dimostrazione assolutamente attuale; presidiare in maniera adeguata la rete è diventata una condizione indispensabile.
Qual è la percentuale di fidelizzazione dei clienti che vengono in Trentino per le loro vacanze?
Rispetto a molte altre destinazioni, abbiamo una percentuale di clienti fidelizzati molto alta, anche se dobbiamo registrare – ma è normale che sia così – rispetto al passato una sorta d’infedeltà, non dovuta al fatto che non abbiano trovato risposta alle proprie aspettative, ma legata più che altro al desiderio di maturare nuove esperienze. Questo comporta, peraltro, la necessità di ampliare in maniera assolutamente notevole il portafoglio dei clienti, perché se ho il 100% dei clienti che tornano tutti gli anni non ho problemi, ma se tutti gli anni devo andare a cercarne di nuovi, il fatto di presidiare in maniera adeguata i mercati diventa indispensabile. Abbiamo bisogno infine di tenere alto l’appeal di destinazione perché poi la scelta turistica, oggi, è molto legata a questo aspetto.
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