Nel laboratorio di Maurizio Frisinghelli alla scoperta delle sue opere. Tra vita e natura, versi di grandi e religione
Opere in ceramica che inneggiano alla vita e alla natura, o che interpretano con smalto colorato versi di grandi poeti italiani, o ancora che trasmettono messaggi religiosi. Il roveretano Maurizio Frisinghelli ci accoglie nel suo studio di artista, una mansarda piena di luce, dove sono esposte alcune sue opere, in via delle Zigherane, a Lizzanella, dove anche abita.
Siamo stati incuriositi dal porta-ostensorio che ha recentemente realizzato per l'adorazione eucaristica in San Rocco (ne parliamo a parte). Era la prima volta che creava un oggetto liturgico. In molte delle sue opere la ceramica è unita al legno, che le incornicia, mentre talvolta il disegno è “spezzato” dal mosaico.
“Il legno ben si adatta ai colori caldi degli smalti”, spiega Frisinghelli. Sono gradevolmente accostati e in genere tenui, tanto da sembrare pastelli. Un tema a lui assai caro è “L'albero della vita”, creato in differenti versioni. Siamo attratti da una sorta di stele alta quasi un metro: riproduce una pianta che affonda le radici nell'acqua, mentre tra foglie verdi spiccano, a mo' di frutti, dei volti bianchi.
“L'albero è radicato in terra, ma con i rami svetta verso il cielo, ci costringe a guardare in alto; in tutte le culture rappresenta una dinamica ascensionale verso il Cielo”, spiega l'artista. Altri temi: le vele, l'estate, e la poesia. In genere gli artisti prediligono – forse per la concretezza delle immagini – l'Inferno o il Purgatorio dantesco, ma Frisinghelli è riuscito a rendere attraente un verso del XXII canto del Paradiso: “E vidi cento sperule, che 'nsieme Più s'abbellivan con muti rai”, ovvero cento anime, circondate da raggi di luce, si donano l'una l'altra la bellezza. E ancora, poesie di Giacomo Leopardi, Clemente Rebora e Eugenio Montale.
Pure lo stretto rapporto tra fede e ragione, elaborato dal filosofo e beato Antonio Rosmini, trova una sua interpretazione. Frisinghelli è inoltre l'autore di una delle 14 stazioni della Via Crucis – Gesù incontra la Madre – create dagli artisti dell'UCAI (Unione cattolica artisti italiani) di Trento, di cui è socio, che saranno consegnate a breve in segno di solidarietà alla nuova chiesa di Rovereto sulla Secchia, distrutta dal sisma del 2012.
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