Il “senso comunitario” della prima comunione

Al pranzo c'erano 140 persone, a cui si sono uniti altri partecipanti alla festa del quartiere

“La prima comunione è un evento importantissimo per un bambino, non è una questione privata di una singola famiglia, ma ha un senso comunitario. Perché dunque non organizzare un pranzo di comunione per testimoniare ciò?”. La proposta è partita all'inizio dell'anno pastorale da Laura, una dei tre catechisti della parrocchia di San Giuseppe, a Rovereto, ed è stata immediatamente accolta con convinzione dagli altri due, Maria Grazia e Carlo, e dal parroco don Luigi.

La strada era tutta in salita, i problemi moltissimi, prima di tutto il fatto se i genitori avrebbero accettato l'idea. Mesi di lavoro hanno dato i loro frutti, e il giorno di Pentecoste – domenica scorsa 24 maggio – si è registrato un entusiasmo generale, in piazza della Pace, nel quartiere del Brione. Il pranzo di comunione – a cui hanno partecipato nove delle ventotto famiglie dei bambini che hanno ricevuto per la prima volta il sacramento, alla messa della mattina – si è perfettamente inserito nell'iniziativa “Brione in Festa”, organizzata ormai da più di vent'anni, negli ultimi due week-end di maggio, dal “Comitato iniziative Brione”, dalla “Pallavolo Rovereto” e dalla “U.S. San Rocco”, per favorire la socializzazione in un quartiere molto eterogeneo.

“È stata una grande opportunità per testimoniare che la comunione è veramente una condivisione”, spiegano i catechisti. “Seguendo il suggerimento di Papa Francesco, finalmente la comunità cristiana esce dal chiuso delle sacrestie e va incontro alla società più ampia, approfittando di un momento importante come è quello del cibo”. Al pranzo c'erano 140 persone, a cui si sono uniti altri partecipanti alla festa del quartiere.

Agli organizzatori non è sfuggito nulla, nemmeno i fiori sulla tavola con il nome dei “protagonisti” dell'evento. Un altro aspetto – quantunque secondario – è stata l'opportunità di risparmio per le famiglie. “Avrebbero pranzato al ristorante per conto proprio rimanendo isolate e spendendo di più”, hanno aggiunto i catechisti.

Sorrisi, saluti e due chiacchiere con amici e conoscenti, giochi tra i più piccoli, il contesto generale era di una gioia genuina. “Mi è piaciuta l'iniziativa perché ora posso stare con i miei amici”, ha risposto timidamente Daniele. E poi per questi nove ragazzini una graditissima sorpresa dal “Comitato iniziative Brione”, che ha accolto con entusiasmo fin da subito l'idea di organizzare, accanto alla festa, anche il pranzo di comunione: un'enorme e squisita torta per 150 persone, decorata con frutta e con i loro nomi, opera del pasticcere Rolando.

La parrocchia di San Giuseppe, che porta avanti da tempo in parallelo una doppia catechesi, la prima rivolta ai bambini delle elementari la seconda ai loro genitori, da due anni a questa parte, su proposta del parroco, organizza due domeniche di otto ore fuori sede con genitori e figli, tenutesi ad Arco. “La prima in autunno lancia un po' il tema su cui poi ci si concentra durante l'anno catechistico, mentre nella seconda, in primavera, si sintetizza quanto fatto”, ha spiegato Carlo, che si occupa degli adulti. “Quest'anno abbiamo affrontato il tema della libertà, sentito importante dopo l'attacco terroristico al settimanale satirico Charlie Hebdo”. “In media in queste due domeniche aderisce circa un'ottantina di persone”, ha concluso don Gigi.

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