Nel corso del mese di maggio il Comune di Trento ha diffuso un sondaggio online per capire come i cittadini hanno affrontato il periodo di emergenza sanitaria.
Hanno risposto 720 persone, su base volontaria. I risultati sono disponibili sul sito del Comune di Trento, nell’area tematica dedicata alla Statistica. Anche se si tratta di un campione significativo, i risultati restituiscono una fotografia parziale e non possono essere considerati lo specchio reale della situazione dell’intera popolazione. Offrono comunque un quadro del sentire diffuso.
Le persone che hanno risposto sono prevalentemente donne, la fascia d’età maggiormente rappresentata è quella tra i 35 e i 54 anni. Quasi tutti lavorano (solo un quarto dei rispondenti dichiara di non lavorare) e la modalità di lavoro agile è utilizzata in quasi la metà dei casi.
Tra chi si doveva spostare comunque per lavoro, si è dimezzato il numero di persone che viaggiano con il mezzo pubblico: molti quelli che utilizzano la bicicletta, anche se l’auto resta comunque il mezzo più gettonato. L’analisi dei dati evidenzia perlopiù una preoccupazione moderata per la situazione, anche se quasi un quarto di chi ha risposto ammette di essere “seriamente preoccupato”.
I timori maggiori riguardano il rischio di conseguenze della pandemia sulla situazione economica e sulla salute dei propri cari, mentre aspetti come la salute personale o le eventuali ricadute sul proprio lavoro sembrano essere meno impattanti. La metà di chi ha un’occupazione dichiara di poter subire conseguenze sulla propria attività lavorativa (come la perdita del lavoro o la chiusura dell’attività) nel caso in cui la situazione si protragga nel tempo.
I problemi più sentiti sono legati all’impossibilità di muoversi liberamente, alla difficoltà nel fare fronte alle diverse esigenze quotidiane – come il fare la spesa – e al lavorare, conciliando il tutto con la cura dei figli.
Immaginando che l’emergenza possa durare ancora, le paure sono legate all’adattamento alle nuove condizioni di vita, alle limitazioni negli spostamenti, alla cura e al benessere dei figli e alle ripercussioni sul lavoro, con conseguenti problemi economici. Durante l’emergenza sono stati usati in larga parte servizi digitali, come le piattaforme che consentono di seguire eventi culturali o di praticare sport in casa e i siti di didattica on-line. Anche i servizi di consegna a domicilio (spesa, pasti preparati da bar e ristoranti, ecc.) sono stati apprezzati dai cittadini.
E per il dopo? Cosa ci si aspetta per il periodo post emergenza? Le risposte indicano un forte interesse nel partecipare ad eventi all’aperto, oltre che a continuare ad utilizzare le consegne a domicilio.
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