Nelle ultime righe della lettera con la quale fra Massimo Lorandini ha annunciato ai volontari della mensa dei Cappuccini la decisione di lasciare per un anno il convento di Trento per una pausa riflessione anche a seguito della morte dell’amico collaboratore fratel Giampietro, ha chiesto di “non essere giudicato” e di “essere sostenuto nella preghiera”.
Così sia. Si spenga subito in questa fase di crisi il clamore mediatico (testimonianza della fiducia di tanti, anche di molti giovani, verso il responsabile del convento di Trento), per lasciare spazio ad un silenzio rispettoso e soprattutto ad una preghiera “al Signore della vita” perché lo aiuti “ad imboccare la strada che porta al bene”. Una preghiera comunitaria di tanti amici, idealmente insieme sotto la sguardo di Gesù Cristo al quale fra Max vuole “affidare” – come ha scritto – la sua vita e quella dei suoi frati.
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