Una vita sospesa tra il Trentino e l’Austria

Nel centenario della Prima guerra mondiale la storia commuovente di Albert Wolsegger, soldato austriaco “ritrovato” dalla famiglia

In occasione del centenario della grande guerra combattuta sulle montagne trentine anche il Parco naturale Adamello Brenta si è impegnato in studi e ricerche per recuperare memorie di quel tragico periodo, soprattutto per i fatti che si sono svolti sui territori che ora sono area protetta. Durante l’estate 2014 in particolare, in collaborazione con il Comune di Strembo e numerosi volontari locali ha recuperato una parte del cimitero militare della Ragada, in Val Genova, dove erano stati sepolti i militari, prevalentemente austroungarici, caduti durante la primavera del 1916.

Le spoglie riesumate intorno al 1938 sono state portate in Austria, all’ossario di Rovereto o al cimitero monumentale di Bondo. “Recuperando documenti storici presso gli archivi austriaci siamo riusciti a risalire ai nomi dei militari”, spiega il presidente del Parco Antonio Caola. “Nella cappella ricostruita, rispettando le fatture originali, è stata posta una stele con l’elenco dei nomi di tutti quelli che avevano trovato lì sepoltura”.

In occasione dell'annuale convegno di “Alparc”, a cui partecipano tutti i parchi alpini, ospitato a fine gennaio dal Parco Nazionale dell’Hohe TauernSt. Jakob in Deferenggental (Oss Tyrol –Austria), al Parco hanno effettuato delle approfondite ricerche per verificare se tra l’elenco dei caduti della Ragada ci fosse stato qualcuno proveniente dall’Oss Tyrol. E emerso un nome: “Alois Welsegger” proveniente da Matrei, nato il 10 aprile 1877, morto il 3 maggio 1916. Dalle ricerche nell’archivio online Tiroler Ehrenbüch si è ricostruito che si era verificato un errore di lettura delle carte storiche perché il nome corretto era Albert Wolsegger.

Si è anche appurato che non era sposato, era un lavoratore agricolo, arruolato nel Kaiserlich-Königliche, Imperial regio, Landsturm Infanterie Baon vale a dire il battaglione di fanteria 4/161. Aveva combattuto molto probabilmente in Val Folgorida ed era morto colpito da un proiettile sul campo di battaglia. Era stato sepolto, dapprima al cimitero militare in località Todesca, in Val Genova e, dopo il 1938, al cimitero monumentale di Bondo dove ancora riposa nel tumulo n. 14. “La ricerca si è quindi indirizzata nel verificare se Albert avesse parenti ancora residenti in quella località, grazie alla disponibilità del Parco Nazionale dell’Hohe Tauern”, riprende Caola. “La guardiaparco Anna Brugger ha rintracciato il nipote, quasi novantenne, che fortunatamente porta lo stesso nome dello zio (era fratello del papà), e vive con la moglie a Matrei”.

Durante le giornate del convegno di Alparc, Albert Wolsegger ha così ospitato a casa una delegazione del Parco composta dal presidente, dal direttore Roberto Zoanetti e dagli assessori Gilberto Masè, Massimo Ferrazza e Roberto Gusmerotti. La presenza di una nipote, che lavora alla CIPRA (Commissione internazionale per la conservazione delle Alpi) in Lussemburgo e parla fluentemente italiano, ha favorito l'incontro.

“La famiglia aveva informazioni sommarie e incomplete riguardo al destino del proprio caro. Soprattutto non sapeva esattamente dove fossero stati portati i resti, quindi per loro risultava disperso in Italia”, commenta il presidente del Parco. I delegati hanno portato alcuni documenti e fotografie, storiche ma anche attuali, dei cimiteri della Ragada e di Bondo. “È stato un momento commovente”, conclude Antonio Caola. “Ricevere da lontano notizie mancanti riguardo a un proprio caro caduto in guerra e poter dare una decorosa conclusione a una storia di vita rimasta sospesa per anni. La gratitudine e la riconoscenza sono quindi state reciproche”.

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