Poi una serie di piloni per sostenere 43 navicelle ad ammorsamento automatico che dovranno valicare due avvallamenti: Rif de Vanc e Valboneta. Quindi l’arrivo alla stazione intermedia che da anni accoglie turisti e sciatori provenienti dalla località Ronchi, a tre chilometri dal paese. Dal centro paese (quota 1.200 metri) si sale ai 1.830 metri di Valbona in quasi otto minuti. Un bel risparmio di tempo e, soprattutto, arrivare sui campi da sci senza utilizzare l’auto.
La spesa prevista è di 11 milioni e mezzo di euro di cui otto provengono dal pubblico (Trentino Sviluppo), un milione dalle società Sif Lusia e Sif Bellamonte, mentre i rimanenti 2,5 milioni dagli operatori economici del paese. L’impianto dovrà registrare cento mila passaggi in un anno per potersi finanziare, un obiettivo facile da scrivere sulla carta, ma non altrettanto nella realtà. Una bella scommessa che sarà affrontata da una nuova compagine, la Società incremento turistico Moena (Sitm), che punterà anche su un rinnovato parco neve in località “Sorte”.
L’avvio è sicuramente allettante: un robusto contributo pubblico e il concorso di due società impiantistiche sane (entrambe in attivo). Rimane l’incognita sulla risposta della comunità degli operatori economici in un momento certo non facile per la crisi in atto e per l’impegno già firmato sul progetto Moena – Soraga – Carezza, il collegamento sull’altro versante della valle.
“È una sfida che Moena non può perdere”, spiega Giuseppe Zorzi. “Sarà difficile trovare un aiuto pubblico così consistente in futuro. Da parte delle due società impiantistiche c’è la volontà di continuare a investire per rendere l’area del Lusia sempre più appetibile, sia in estate che in inverno. Se la risposta del territorio sarà positiva sarà possibile ottenere la concessione funiviaria già nel corso dell’anno e quindi avviare l’impianto per l’inverno 2016”.
La sfida si gioca sul teorema che la presenza di un impianto di arroccamento in paese favorisce la presenza di clientela straniera. In effetti Canazei e Campitello (entrambe località con partenza dal paese) registrano circa il 40% di presenze italiane e 60% di turisti stranieri. Per Moena e Soraga le percentuali sono esattamente invertite. In tempi di crisi essere più competitivi sui mercati esteri dà certamente un marcia in più. I moenesi sapranno seguire le orme di una classe di imprenditori che nel lontano 1967 realizzarono, da soli, il loro sogno sull’Alpe Lusia?
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