Due uomini, padre e figlio, hanno riportato varie ferite dopo un incontro inaspettato con un orso, nella serata di ieri, lungo un sentiero sul Monte Peller.
I due cacciatori, come ha spiegato in conferenza stampa il direttore del servizio Foreste e Fauna Giovanni Giovannini, “portavano materiale a monte. Il figlio è stato aggredito da un orso, non sappiamo se maschio o femmina, che ha attaccato la persona davanti, mordendola. Il padre, che seguiva a pochi passi ha provato a difendere il figlio, ma anche lui ha ricevuto morsi, subendo ferite importanti“. Dopo la colluttazione, definita molto rapida, i due sono saltati in piedi e gesticolando hanno fatto fuggire l’orso. Quindi, dato che in zona non c’è campo, sono tornati alla macchina e si sono diretti all’ospedale di Cles.
“Abbiamo attivato la procedura di sicurezza su tutta l’area, con diverse pattuglie in zona”, ha aggiunto Giovannini: “Cercheremo di identificare l’animale attraverso le tracce organiche rinvenute sugli abiti e sul luogo”.
“Come Giunta provinciale siamo vicini alle due persone aggredite dall’orso. È stato un brutto episodio. Ho visto il terrore nei loro occhi”, ha raccontato poi l’assessore Zanotelli, che già ieri sera si era recata all’ospedale Valli del Noce: “Dall’inizio della legislatura abbiamo avviato un’interlocuzione con Roma per la gestione dell’orso, oltre che del lupo, un altro tema su cui stiamo lavorando anche con la Provincia di Bolzano”.
Un’interlocuzione che proseguirà, non appena il presidente Fugatti riuscirà a mettersi in contatto con il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. “Vogliamo metterlo al corrente delle azioni della Pat di fronte a questa situazione”, ha spiegato Fugatti, annunciando che, in base alle misure anche drastiche previste dal PACOBACE (il Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali), nelle prossime ore firmerà un’ordinanza di abbattimento dell’esemplare che ha eseguito l’attacco.
“Le situazioni di inizio stagione, come ciò che è successo a Calliano o alle presenze a Cavedago e Spormaggiore, ci fanno riflettere su presenza degli orsi sul nostro territorio. Oggi abbiamo 92/93 esemplari, più i piccoli nati quest’anno, è un numero che comincia ad essere rilevante e mette in dubbio la presenza umana nei nostri territori. Ci è sempre stato detto che fatti come questo non dovrebbero accadere” ha aggiunto il presidente, che poi ha fatto riferimento allo sforzo fatto per catturare l’orso M49: “Qui siamo oltre il livello di M49. Dopo l’ordinanza esporremo la situazione al ministro, la legge 9/2018 ci dà ampi margini di manovra, possiamo elaborare un piano di gestione dell’orso sul territorio da sottoporre a Ministero e Ispra”.
Il dirigente generale del Dipartimento Territorio, agricoltura, ambiente e foreste Romano Masè ha quindi esposto i prossimi passi della Provincia, a partire dal presidio del territorio, “una presenza stabile in zona per fornire informazioni e supporto alla gente, soprattutto nelle giornate di sabato e domenica, in cui quelle aree sono fortemente frequentate”. Poi la caratterizzazione genetica dell’esemplare a partire dai reperti, che, ha spiegato ancora Masè, dovrebbe essere fatta “in qualche giorno, con la Fem, per sapere se si tratta di un esemplare maschio o femmina, e quindi probabilmente con piccoli, come nei tre precedenti casi”. Infine la localizzazione dell’animale, “con una campagna di catture nella zona per incrociare i dati genetici. Solo allora sapremo dove è l’orso e quale è. Sono 20 anni che i forestali sono impegnati nella gestione. Abbiamo un sistema bene organizzato e siamo convinti di riuscire ad ottemperare alle disposizioni del presidente, pianificando un’attività che sarà complessa e piena di incognite“, ha concluso il dirigente.
Nessun dubbio, da parte di tutti sul fatto che il Trentino sia e rimanga sicuro. “I soggetti che riteniamo potenzialmente pericolosi li stiamo seguendo. Crediamo di essere giunti al limite come numero, quindi dobbiamo fare il nostro piano e la nostra gestione” ha ribadito Fugatti, preso alla sprovvista rispetto alla possibile creazione di percorsi sicuri nei boschi.
Rispetto alla cattura infine l’ipotesi più probabile è quella esposta da Giovannini: “Utilizzeremo una trappola a tubo, più sicura per animale e operatori, poi vedremo come operare. Ogni volta serve un progetto diverso di intervento”.
Sono contraria all’uccisione dell’orso del Monte Peller, quello è il suo territorio, le due persone andavano a caccia si sarà sentito minacciato. Qualcosa lo ha nfastidito sono contraria alla caccia. Non uccidete l’orso non si distrugge la natura animali, alberi ecc..